lunedì 15 agosto 2016

Pirro Re d'Epiro nell'antichità classica: la spedizione di Sicilia del 278 a.C.




 Pirro Re d'Epiro nell'antichità classica: la spedizione di Sicilia del 278 a.C.

Per quanto riguarda il Regno d'Epiro, oggetto come il Regno d'Italia della nostra conferenza, sulle scaturigini di esso nel XX secolo vi narrerà la relazione fra breve letta; vorrei solo fare cenno al fatto che le relazioni dell'Epiro con la Sicilia, e segnatamente con la città di Catania, sono di antichissima data, precisamente risalgono allo sbarco del famoso Re Pirro, sovrano dei Molossi ed Epirota, in Italia nel 280 a.C. per bramosìa di potere venuto al fianco di Taranto e pugnando contro l'esercito di Roma, che sconfiggeva per la prima volta mercè gli sconosciuti elefanti ma al prezzo di sanguinosissime perdite dei migliori suoi uomini (dònde il detto vittoria di Pirro, per vittoria inutile e dispendiosa); in seguito alle guerre pirriche contro Roma, egli venne chiamato in Sicilia perchè Siracusa, dopo la caduta del Re Agatocle (la cui figlia Lanassa era stata moglie di Pirro, egli quindi consideravasi l'erede al trono siceliota), era assediata per l'ennesima volta dalla flotta cartaginese.
Sconfiggere i Punici in Sicilia e creare un impero occidentale come Alessandro il grande fece in Oriente, fu l'effimero sogno di questo condottiero di razza stravagante (Plutarco ci dice che sulla mascella superiore aveva non denti ma segni duri sull'osso, e con l'alluce del piede destro riusciva, solo toccandoli, a guarire i malati di milza). Per cui nel 278 a.C.. egli sbarca nell'isola da Taranto e Locri non attraverso lo stretto, tenuto dai nemici Mamertini e dalla guarnigione campana ribellatasi a Reggio, ma direttamente a Naxos porto di Tauromenio, perchè come Timoleonte corinzio prima di lui, ebbe amico il tiranno taorminese. Da Naxos per mare giungeva a Catania, tra le scogliere dell'Armisi e nel teatro greco, oggi su via Vittorio Emanuele, l'assemblea civica radunata decideva di proclamarlo "basileus", ovvero re, di Sicilia, e di offrirgli delle corone d'oro per simboleggiare l'evento. Ciò è quanto ci dice Diodoro Siculo nel XXII dei suoi libri (di cui purtroppo per quella parte abbiamo solo sunti). Da qui ingenera la presenza nella città etnea dell'elefante, poi divenuto con Federico III Re di Sicilia, nel XIV secolo, simbolo effettivo sino ad oggi della comunità catinense; perchè sempre Pirro portava con se gli elefanti come macchine da guerra, come dopo pochi anni farà Annibale, addirittura valicando le Alpi nell'epico scontro con Roma.
Pirro libera Siracusa, conquista Akragas, Panormo e Segesta, assedia e conquista scalandole personalmente e dando prova del suo valore indomabile, le mura di Erice, ma dopo due mesi non riesce a spezzare l'assedio di Lilibeo, che saldamente si mantiene in mano cartaginese. Vuole conquistare come Agatocle l'Affrica poiché mancangli le truppe dissanguate in molti scontri; ma qui diviene inviso ai Sicelioti perchè arruola di forza soldati, e persino i due tiranni di Siracusa che lo chiamarono divengono suoi nemici. La meteora Pirro, che aveva fatto in due anni, dal 278 al 276, coniare monete con la scritta "Basileus Pyrros" e la Dea Core, finisce rapidamente poiché egli torna a Taranto e poi in Epiro, nel mentre lasciando l'isola nostra, esclama che vede un bel campo di battaglia tra Cartaginesi e Romani, come del resto avverrà di li a breve con la prima guerra punica.
Condottiero valoroso ma di bramosìa insaziabile, Pirro in Epiro tuttavia aveva in uso -ci dice Plutarco- di appellare il popolo in assemblea e farsi approvare come Re, così il popolo sceglieva di conservare la monarchia. Primo e forse raro esempio di democrazia popolare monarchica nell'antichità! Ciò dimostra che ieri come oggi, la democrazia si conserva in maggior simbiosi col popolo, molto meglio che nelle repubbliche, nelle monarchie.

                                                                                   Francesco Giordano

(dalla conferenza "Regno d'Italia e Regno d'Epiro nell'Europa di ieri e di oggi", Catania 23 aprile 2016; testo pubblicato in fascicolo negli atti, a Cura della Segreteria del Circolo dell'Informazione di Catania, primavera 2016).

*** Nelle immagini, un celebre busto di Pirro, una moneta in argento col ritratto del Re epirota, la copertina del fascicolo degli Atti


martedì 9 agosto 2016

Cultura in estate con l'Accademia di Arte Etrusca, a Motta S.Anastasia (Ct)




            Cultura in estate con l'Accademia di Arte Etrusca, a Motta S.Anastasia (Ct)

Una simpatica iniziativa, semplice ed elegante, quella svolta dall'Accademia di Arte Etrusca guidata con mano esperta e sapiente da Carmen Arena, in collaborazione con la locale Pro Loco, si è svolta nei giorni 6-8 agosto u.s., nello spazio aperto dell'albergo "Valle degli ulivi" in quel del paese normanno di Motta S.Anastasia, nella provincia di Catania; i proprietari della struttura, fratelli Di Dio, hanno messo a disposizione in linea con la visione del mecenatismo, il luogo con grande disponibilità.
L'esposizione di quadri di Arte contemporanea, fra nature morte paesaggi e ritratti, di diversi artisti (tra cui ricordiamo il dott.Luciano Costanzo) che per diletto o professione si peritano di esporre le loro tele, ha contornato l'evento con letture di poesie, interventi specifici del settore (come quello dell'esperto d'arte e di attività culturali Salvo Luzzio), la attenta presentazione della dott.ssa Anastasia Distefano già assessore alla cultura del comune mottese, e la relazione del dott.Francesco Giordano, scrittore e saggista, che ha intrattenuto l'uditorio sulle Arti a Catania dal XVIII secolo, epoca della ricostruzione post terremoto del 1693, agli inizi del secolo ventesimo: un viaggio veloce e intenso, tra le parole di Empedocle e quelle di Pound, nella architettura barocca della città etnea fra i suoi più valenti pittori del XIX secolo, da Antonino Gandolfo a Michele Rapisardi, da Calcedonio Reina a Michele Attanasio all'incisore Di Bartolo all'arte ritrattistica e dell'affresco di Alessandro Abate, che chiudeva con la metà del '900 un'epoca irripetibile. Egli ha pure auspicato che Carmen Arena, la quale ha restaurato anni fa in misura esatta con i colori originari, la chiesa dei Minoritelli di Catania e recentemente l'altare maggiore del tempio di S.Nicola l'Arena, possa occuparsi del ciclo di affreschi del sacrario dei Caduti sito nel complesso monumentale del detto ex monastero benedettino, opera dell'Abate e che da diversi anni, in preda ad infiltrazioni acquee, necessita di un restauro conservativo che ne ripristini la prisca bellezza.
Le conclusioni delle serate, con la presentazione di un libro e varii interventi artistici, sono state curate dall'artista Carmen Arena in modo attento ed elegante, come è nel suo stile da esperta organizzatrice di eventi, la Chimera d'argento il più noto.
                                                                                                                 ***

sabato 30 luglio 2016

Caffè artistico letterario e mostra d'Arte contemporanea, Motta S.Anastasia (Ct), Hotel Valle degli Ulivi, 6-8 agosto 2016 ore 18,30


Riportiamo il depliant della manifestazione culturale promossa dall'Accademia di Arte Etrusca, presidente Carmen Arena, dal periodico l'Alba e dal Comune di Motta Sant'Anastasia (Ct). Sabato 6 agosto il dott. Francesco Giordano parlerà sulle Arti a Catania tra il XVIII e XX secolo.


lunedì 27 giugno 2016

Ricordata a Messina la Regina Elena di Savoja






     Ricordata a Messina la Regina Elena di Savoja 

Una bella e sentita cerimonia si svolse domenica 26 giugno 2016 in quel di Messina, in memoria della Serva di Dio S.M. la Regina d'Italia Elena di Savoja Petrovich Niegosc (1873-1952), di cui ivi esiste l'unico monumento a lei dedicato in Italia. Il ricordo della immensa opera caritatevole di Colei che venne definita "Regina della Carità" da S.S. Pio XI, il quale nel 1937 le donava la Rosa d'Oro della Cristianità per le sue opere umanitarie a pro degli ultimi e bisognosi, è stato impreziosito dalla S.Messa domenicale nella Concattedrale del SS.Salvatore, nella quale il reverendo Don Vincenzo Castiglione ha voluto esaltare le doti profondamente cristiane di Elena del Montenegro, Regina italiana che tantissimo fece per i terremotati del dicembre 1908, prodigandosi di persona per molti giorni al fine di salvare dalla tragedia fanciulli e poveri, ottenendo altresì il supporto della flotta russa, subitamente intervenuta nella immane tragedia.

L'evento è stato organizzato dall'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, a cura della delegazione di Messina guidata dal Cav.Matteo Santoro: alla manifestazione ha voluto essere presente il Presidente nazionale dell'Istituto, capitano di vascello Ugo D'Atri, che innanzi al monumento alla Regina eretto in largo della Seggiola (che versava in condizioni di degrado e che le Guardie d'Onore di Messina unitamente a rappresentanti comunali del quartiere, si sono impegnati a curare e salvaguardare, "adottando" l'area) ha voluto esprimere, inaugurando una targa a ricordo della costruzione, opera dello scultore Berti, il suo compiacimento per l'evento ma anche il suo sdegno per la società contemporanea "che non crede più in niente, mentre noi salvaguardiamo i valori di Dio, della Patria e della famiglia", anche in momenti difficilissimi come quelli attuali; egli ha pure rammentato come il referendum monarchia repubblica di settanta anni fa è stato "adulterato", e quanto Messina e tutta la Sicilia si siano espresse in gran maggioranza per la Casa Savoja. La vibrante prosa del Presidente D'Atri è stata applaudita dai numerosi presenti e Guardie d'Onore, tra cui spiccava la Delegazione di Catania, guidata dal Cav.Uff.Ing. Salvatore Caruso  (alfiere dott. Giuseppe La Torre, GdO dott.ssa Grazia Caruso, GdO dott.Francesco Giordano, e il mezzosoprano Roberta Celano). Era presente anche la delegazione dell'Associazione Amici del Montenegro.

Il ricordo della figura umile e generosissima di Elena di Savoja, consorte del Re del Piave S.M. Vittorio Emanuele III, colui che per ben 46 anni fu il Capo dello Stato della grande Italia monarchica, non si esaurisce con l'evento messinese, ma è un importante memento per tutti affinché le spoglie di Colei che ebbe sempre a cuore gli ultimi, riposino finalmente accanto a S.M. il Re Vittorio Emanuele III (anch'egli esiliato in morte), nel Pantheon di Roma, ove tutti, e particolarmente i miseri, i pusìlli, coloro che nome non hanno se non quello del cuore ove una rosa fiorisce dalla Croce, andranno finalmente a salutarla e nella speranza di un suo aiuto, divenendo Ella presto Beata per volere della Romana Chiesa, ritrovino l'essenza perduta.
                                                                                                       ***

mercoledì 25 maggio 2016

Visita di SAR il Principe Emanuele Filiberto di Savoja a Noto e Catania, intervista e cronache


Pubblichiamo due articoli, di cui una intervista  sulla recente visita di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoja a Noto ed a Catania:

Intervista / Il principe Emanuele Filiberto in Sicilia: “Noi Savoia abbiamo radici forti con l’Italia e il cuore è sicuramente qui”

Il principe Emanuele Filiberto di Savoia è stato in visita in Sicilia per due giorni. La collocazione dell’immagina votiva della Beata Maria Cristina di Savoia nella cappella dello Spasimo, nella basilica di San Nicolò, è  stato il motivo della visita del principe, in rappresentanza di casa Savoia, in onore di una loro antenata. La sua visita, voluta dagli ordini dinastici della Real Casa di Savoia che hanno accolto il principe con calore e affetto, è stata un momento di grande impatto per la città di Noto che intanto festeggiava la 37° edizione dell’infiorata. Manifestazione ormai conosciuta in tutto il mondo che ogni anno, nella terza domenica di maggio, si svolge con grande presenza di pubblico.
La Beata Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II di Borbone morì a soli 24 anni dando alla luce il suo primo figlio (il futuro Francesco II re delle due Sicilie) il 31 gennaio 1836. Donna pia e devota durante la sua breve vita aiutò sempre con gioia  e abnegazione i bisognosi e durante il periodo in cui fu regina consorte del regno delle due Sicilie fece graziare tutti i condannati a morte. Nel 1859 la Santa Sede la rese venerabile e il 2 maggio 2013 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto, riguardante un miracolo ottenuto grazie alla sua intercessione. Il 25 gennaio 2014 nel Pantheon dei sovrani Borboni, la Basilica di Santa Chiara a Napoli, dove ella riposa, si è tenuto il rito di beatificazione alla presenza di molti membri di casa Savoia e della casa borbonica.
Il principe Emanuele Filiberto, dopo aver partecipato alla funzione religiosa, ha visitato la città di Noto fermandosi spesso con la gente per le consuete foto di rito, strette di mano e commenti sulla bellezza del luogo. Pranzo a palazzo Impellizzeri e poi visita al palazzo Nicolaci, dove ha potuto ammirare dai balconi dello splendido edificio l’infiorata. Il giorno dopo il principe era atteso a Catania per inaugurare la mostra dedicata al centenario della Grande Guerra, nel sacrario della chiesa di San Nicolò l’Arena, ma per motivi di tempo ha potuto visitare solo la biblioteca Ursino Recupero, all’interno del poderoso complesso del monastero dei Benedettini. Anche questa visita è stata dedicata ai suoi antenati, infatti la delegazione di Catania delle guardie d’onore alle reali tombe al Pantheon ha “adottato” facendo spolverare e pulire due busti raffiguranti i re Umberto I e Vittorio Emanuele III, allocati nella sala Guttadauro dal 1934. Il principe dopo aver firmato il registro degli ospiti illustri ha ricevuto una targa artistica a ricordo della visita. L’evento è stato curato dal dott. Francesco Giordano il quale, con la direttrice della biblioteca, dott.ssa Rita Carbonaro, e il commendatore Giuseppe Valore, hanno ricevuto dalle mani del principe una targa di riconoscimento per l’importante lavoro svolto.
Il principe Emanuele Filiberto di Savoia, prima di lasciare la biblioteca, ha risposto ad alcune domande che  gli abbiamo rivolto.
– Che ricordi sono impressi nella sua memoria quando, insieme ai suoi genitori, è venuto per la prima volta in Italia nel marzo 2003?
“Ricordi emozionanti, scoprivo la mia patria. Noi Savoia abbiamo radici molto forti con l’Italia e il cuore è sicuramente qui. Subito dopo la mia visita a Napoli sono stato in Sicilia per il rally dell’Etna”.
– Le sue bimbe sono ormai adolescenti, cosa vuole trasmettere loro da genitore e come membro di una così antica e nobile dinastia?
“Una scala di valori importanti per essere pronte poi, da adulte, a viaggiare da sole. Sono importanti la famiglia, le radici vere. Con mia moglie e le bambine veniamo spesso in Italia, è giusto che conoscano il loro paese”.
– Gli ultimi re d’Italia non riposano in patria, a che punto sono gli accordi per poterli seppellire al Pantheon?
“Adesso i tempi sono maturi e la nostra richiesta al governo e al presidente del Consiglio Renzi è stata fatta. Noi vogliamo comunque che le salme degli ultimi re d’Italia riposino al Pantheon insieme agli altri re e non nella basilica di Superga, come qualcuno aveva proposto”.
– La regina Maria Josè è stata sempre descritta nei libri di storia e nelle biografie a lei dedicate come una donna forte, una protagonista del suo tempo che non si limitava ad essere la consorte del futuro re d’Italia, cosa non gradita a molti politici del tempo. Nella vita privata con voi nipoti come era?
“Una nonna fantastica, molto presente, interessante, un libro di storia vivente. Ho ricordi meravigliosi che mi legano a lei”.
Gabriella Puleo
 Da La Voce dell'Jonio, periodico cattolico, 25 maggio 2016: http://www.vdj.it/?p=40093

Emanuele Filiberto di Savoia a Catania

Visita del Principe Emanuele Filiberto nella Civica biblioteca di Catania e cena al Circolo Canottieri Ionica
Visita privata di Sua Altezza il Principe Reale Emanuele Filiberto di Savoja, svoltasi per la prima volta -nonostante egli sia stato in altre occasioni a Catania- nei settecenteschi locali delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, accolto dalla direttrice dottoressa Rita Carbonaro. L’augusto ospite, accompagnato dal delegato regionale per gli Ordini Dinastici di Casa Savoja  comm.avv.Francesco Maria Atanasio, dal Vicario per Catania Avv.Giovanni Vanadia,  dall ‘ ex  Presidente del Circolo Canottieri Jonica Cav. Francesco Calabrese Di Martino, è arrivato nei locali dell’ex monastero alle 9 – accolto dal Delegato per Catania delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon ing. Salvatore Caruso, dall’ex delegato comm. Giuseppe Valore, e dal dott. Francesco Giordano, Guardia d’Onore e organizzatore dell’evento e della “cura” dei busti dei Re d’Italia Umberto I e Vittorio Emanuele III (questo unico esemplare esistente in città), allocati nella sala Guttadauro della Biblioteca, i quali ad opera delle Guardie d’Onore sono stati ripuliti da ditta specializzata e “adottati” dalla delegazione etnea, che ne cura la valorizzazione, con uno speciale pannello illustrativo della loro storia, ivi collocato per l’occasione.  La presenza del Principe ha avuto l’obiettivo di riconsegnare alla città tali monumenti del nostro comune passato, nonché fare scoprire la bellezza di quel luogo incantato: Emanuele Filiberto ha voluto compiere il percorso che all’interno della pregevolissima sala Vaccarini, affrescata dal Piparo nel XVIII secolo -ove fra l’altro sono stati girati 19 films- porta alle scaffalature lignee superiori, per ammirarne compiutamente la bellezza. Egli è rimasto notevolmente colpito ed ammirato,  del prestigio dei luoghi e della accoglienza catanese. Nella sala del refettorio piccolo si è compiuta la piccola cerimonia della consegna di una artistica targa al Principe da parte delle Guardie catanesi, e il regale ospite ha a sua volta consegnato le targhe di riconoscimento alla direttrice della biblioteca, al comm.Valore ed al dott.Francesco Giordano, per aver contribuito alla riuscita manifestazione.  Dopo il saluto della città dato dal Vice Sindaco Marco Consoli,  il Principe ha voluto sobriamente ringraziare tutti per averlo accolto in questa splendida biblioteca, restaurata  sotto la  Direzione del Soprintendente ai Beni Culturali arch. Fulvia Caffo, da pochi giorni in quiescenza.
Il libro degli ospiti della biblioteca è stato siglato col titolo di “Principe di Piemonte e di Venezia”, tra i tanti titolati , il Principe “volante” ( ha  vinto circa 200 cronoscalate automobilistiche fino agli anni 2000, e oggi Presidente della Scuderia Etna) Enrico Grimaldi di Nixima, che la sera prima, accompagnato dalla moglie ,Principessa Sandra, col Delegato Atanasio, era stato invitato dal Presidente della Jonica Ing. Francesco Lupo e signora Valentina, e dall’ex Presidente Francesco Calabrese e signora Emma, e si era intrattenuto a cena, sul lungomare ogninese, con il Principe sabaudo, nei prestigiosi locali del Circolo che sta per compiere 90 anni dalla sua costituzione.  Dopo la partenza del Principe, per precedenti impegni assunti, la mostra per il centenario della grande guerra, allestita all’interno della chiesa di San Nicola la Rena innanzi al Mausoleo dei Caduti e inviata a Catania dall’Istituto delle Guardie, è stata inaugurata alla presenza del Delegato degli Ordini Dinastici avv. Francesco Atanasio, con il Vice Sindaco di Catania Marco Consoli e moltissimi intervenuti; tra essi la signora Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Filippo Raciti, che era una Guardia d’Onore ed ella stessa fa parte del sodalizio; l’Onorevole Nello Musumeci, il Barone Giovanni Ventimiglia e signora, i consultori del Regno prof.Suriano, Cuva e Guarino, giornalisti alcune giovani promettenti del bel canto lirico, la soprano Nadia Suriano e il mezzosoprano Roberta Celano, recentemente esibitesi nei locali della chiesa di San Camillo, l’una con  romanze di Francesco Paolo Tosti, l’altra per un concerto di arie d’opera verdiane.
Dal sito Catania VIP: http://www.cataniavip.it/emanuele-filiberto-di-savoia-a-catania/


lunedì 16 maggio 2016

La visita di SAR il Principe Emanuele Filiberto di Savoja a Noto e nella Biblioteca Civica di Catania


         La visita di SAR il Principe Emanuele Filiberto di Savoja a Noto e nella Biblioteca Civica di Catania

"Sono felice di avere visitato una Noto infiorata e la città di Catania che amo tanto, con questa splendida biblioteca". Con queste parole SAR il Principe Emanuele Filiberto di Savoja, ha voluto suggellare la visita , il 14 e 15 maggio, di due giorni in Sicilia, in occasione della benedizione dell'immagine votiva della Beata Maria Cristina di Savoia, sua ava, collocata nella cattedrale di Noto per volontà del Vescovo Mons. Staglianò, che ha accolto l'augusto ospite -giunto in visita privata, ospite degli Ordini Dinastici di Casa Savoja per la Sicilia, guidati sapientemente dal comm.avv.Francesco Atanasio- e della visita, nella città di Catania, delle biblioteche riunite "Civica e U.Recupero", già benedettina, ove ha riconsegnato al mondo i busti, spolverati e e puliti dopo 84 anni di oblio, delle LL.MM. i Re Umberto I e Vittorio Emanuele III (quest'ultimo unico esemplare in città), allocati sin dal 1934 nella sala Guttadauro della Biblioteca medesima.
Mentre il solenne pontificale cantato anche in lingua latina, nella Cattedrale di Noto, fu imperniato sulla celebrazione delle virtù della Beata Sabauda Maria Cristina, con il grandissimo bagno di folla, a tratti imprevedibile e difficilmente gestibile dal servizio d'ordine, (in chiesa erano le Guardie d'Onore alle reali Tombe del Pantheon, gli insigniti degli Ordini al Merito Civile e Maurizio e Lazzaro) che ha accompagnato il Principe Emanuele Filiberto sia in chiesa che durante il giro dell'infiorata che nel fine settimana allietava la ridente cittadina del sud della Sicilia, la visita a Catania, mattutina per impegni dell'Ospite illustre che non ha potuto inaugurare la mostra di copertine della Domenica del Corriere sul centenario della grande guerra (poi apertasi col saluto del Comm. Atanasio e del Vice Sindaco di Catania Marco Consoli), si è svolta in perfetta compostezza e regale semplicità, potendo il Principe, introdotto dal Delegato Atanasio e dal Vicario di Catania avv.Giovanni Vanadia  nonché densamente guidato dal nume tutelare della Biblioteca, la dott.ssa Rita Carbonaro, ammirare la preziosità unica al mondo della settecentesca sala Vaccarini, i libri ed incunabuli ivi posseduti, gli affreschi e la magìa di quel mondo straordinario ove l'aquila barocca ha chinato le ali per fissarsi nell'eterno.
I busti dei Re d'Italia Umberto I e Vittorio Emanuele III, "adottati" dalla Delegazione di Catania delle Guardie d'Onore al Pantheon (capitanata dal cav.uff.ing. Salvatore Caruso), hanno avuto il corredo illustrativo di un pannello ove è narrata la loro storia e genesi: esso, come varii aspetti dell'evento, è stato curato dalla Guardia d'Onore dott.Francesco Giordano, il quale con la Direttrice e il Comm. Giuseppe Valore ex Delegato di Catania, hanno ricevuto una targa di riconoscimento per l'opera svolta, dalle mani di Sua Altezza il Principe; mentre all'ospite è stata donata una targa artistica in ricordo della regal visita, ed egli ha firmato il registro dei visitatori della biblioteca con la dicitura "Principe di Piemonte e di Venezia". All'evento erano presenti, tra gli altri, oltre al Vice Sindaco Consoli per il Comune, il Principe Enrico Grimaldi di Nixima, il barone Ventimiglia dell'istituto dei Castelli, il presidente del Circolo canottieri Jonica Francesco Calabrese Di Martino, e i Consultori del Regno barone prof.Pietro Suriano, dott.Filippo Cuva, prof. Mauro Guarino; tra i politici, l'Onorevole Nello Musumeci, e molte altre autorità e cittadini -fra cui la signora Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Raciti, già Guardia d'Onore ed ella stessa facente parte del sodalizio- hanno poi concorso alla inaugurazione della mostra, allestita all'interno della chiesa monumentale di San Nicola la Rena, all'ingresso del Mausoleo dei Caduti delle due guerre, inaugurato proprio da Re Vittorio Emanuele III nel maggio 1930.
                                                                                                              ***