martedì 31 marzo 2009

Ai giusti ed ai peccatori, dal Libro di Enoch


Difficile è trovare delle parole anche solo di veloce commento, riguardo il turbine degli accadimenti che ci stanno travolgendo: la depressione, etica ben più che economica, la quale investe l'Occidente e l'Oriente è la fine di un modello, sbagliato per noi, di società, quello basato sul capitale e sul profitto a tutti i costi, senza rispetto verso la Natura e l'Uomo. Inoltre, l'attuale governo nazionale è sommamente incapace, per non dir altro, di affrontare anche da lunge, la estrema criticità del momento. Non troviamo altre riflessioni, che quelle pronunciate dal saggio Enoch, tratte dal volume "Il libro di Enoch", a c. di M.Pincherle e L.Palazzini Finetti (Faenza 1977), p. quinta, "Il libro delle esortazioni". Come è l'esempio personale a dirigere la volontà, così essa svolgerà la falce della Giustizia:


Ed ora io vi dico, figli miei, amate la rettitudine e praticatela, perché i sentieri della rettitudine sono degni di accettazione,
mentre i sentieri dell'ingiustizia verranno improvvisamente distrutti e scompariranno.
Ed a certi uomini di una generazione i sentieri della violenza e della morte saranno rivelati,
ed essi si terranno lontano da essi e non li seguiranno.
Ed io dico ora a voi, giusti:
non prendete i sentieri della malvagità nè quelli della morte,
e non avvicinatevi a essi, altrimenti sarete distrutti.
Ma cercate e scegliete rettitudine e una vita eletta
e camminate sui sentieri della pace,
così vivrete e prospererete.
E rammentate bene le mie parole nei pensieri dei vostri cuori,
e fate sì che esse non vengano cancellate:
sappiate che i peccatori spingeranno gli uomini a disprezzare la Saggezza,
perché non vi sia posto per essa,
e non lesineranno a ciò nessuna tentazione.
Guai a coloro che creano ingiustizia ed oppressione,
e si basano sull'inganno
perché essi saranno improvvisamente abbattuti,
e non avranno pace.
Guai a coloro che costruiscono le loro case col peccato;
poiché tutte verranno divelte dalle fondamenta,
ed essi verranno trafitti a fil di spada.
Guai a voi, ricchi, poiché avete posto la vostra fede nelle ricchezze
e dovrete separarvi da esse
poiché non avete ricordato l'Altissimo nei giorni della vostra prosperità.
Voi avete commesso azioni blasfeme ed ingiuste,
e siete ormai pronti per il giorno dell'eccidio,
dell'oscurità e del grande giudizio.
Perciò io parlo e vi dichiaro:
Colui che vi ha creato, vi abbatterà,
e per voi non vi sarà compassione,
ed il vostro Creatore si compiacerà della vostra distruzione.
Ed i giusti, in quei giorni, saranno rimprovero vivente per i peccatori e gli empi.

1 commento:

  1. Anarchia del Genio

    "Quando un edificio minaccia rovina, si ricorre provvisoriamente ai puntelli; quando una istituzione è marcia, si ricorre alle leggi.
    Le leggi circondate di tanta maestà dall'interesse di chi le manipola e le promulga; le leggi riverite e temute dalla moltitudine, che vede in esse le regole immortali della propria condotta e quasi tanti riflessi della volontà e della potenza divina, non sono per lo più che l'espressione del volere dei più forti a tutela e vantaggio proprio, a danno e spavento dei deboli; la così detta santità delle leggi non e spesso che la sanzione dell'astuzia o della violenza, la tutela del privilegio, la canonizzazione della vendetta.
    Un tempo si fece derivare il diritto, che altro non è in sostanza che la maschera della forza, dal seno stesso di Dio; più tardi s'inventò un diritto naturale, quasi che le leggi inculcate dai vincitori ai vinti fossero un riflesso delle leggi che governano l'universo, si trovò poi un ordine morale e un ordine giuridico, esistenti per sé e superiori alla vita umana nello spazio e nel tempo, quasi due metacosmi epicurei inviolati ed eterni, abitati da demiurghi misteriosi che movessero immoti l'organismo politico e morale entro un cerchio adamantino.

    Si cominciò finalmente a sospettare che tutti questi ordini e sottordini, quando non servono di reti e di tranelli, siano metafisicherie d'intelletti barcollanti nell'ebrezza dell'orgoglio umano fuori della natura e del vero; che tutte le norme, credute immutabili ed immortali, siano anch'esse soggette ai mutamenti e alla morte, non solo per essere sostituite da altre più razionali e più giuste, ma per lasciar libero il campo a una concezione della natura e della storia scevra di tutto quel meccanismo, che la paura, la metafisica e l’ipocrisia umana hanno sovrapposto in ogni tempo alla realtà delle cose….. ......." Università di Catania - tratto dall'introduzione alla lezione "Anarchia del Genio" di Mario Rapisardi

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