venerdì 5 febbraio 2010

Lodi a Sant'Agata, Iside catinense, nel suo giorno di festa




"O Agata martire illustre, che coronasti, confortata da Dio, la tua innocenza colla porpora del martirio, tu che ti bei tra gli angeli, chiedi in pro di tutti la corona dell’immortalità.
O tu che all’ape desti di essere artefice di dolce liquore, vera medicina dei corpi, e al flugello, verme anch’esso, la tessile scienza, dà pure a me di ordire un inno che celebri i tuoi prodigi e le lodi dei tuoi vittoriosi atleti. Manda, o Verbo divino, a me il germe della grazia tua, perché anche dalla mia terra si elevino rigogliose le tue sublimi parole, ed io canti il valore di Agata tua, amante tua, torturata per te, anelante alla corona dell’immortalità".
Dall’Inno greco a Sant’Agata, in "Sant’Agata V.M. catanese", di G.Consoli, Catania 1951 vol.2, pag.94
 
"Tu sei santa, sei l’eterna salvezza del genere umano, sempre generosa nell’aiutare i mortali, tu dài alle sventure dei miseri il dolce affetto di una madre. Non v’è giorno o notte o momento, sia pur piccolo, che passi senza una tua grazia, senza che tu protegga gli uomini sulla terra e sul mare, senza che tu scacci le tempeste della vita porgendo la tua destra, salutare, che riordina le fila confuse inestricabilmente dal fato e mitiga le procelle della fortuna e impedisce il corso funesto delle stelle.
Cercherò comunque di fare quello solo che può fare un devoto, per altro povero: nel segreto del mio petto custodirò ed osserverò per sempre nascosto il tuo volto divino e la tua santissima potenza".
Dall’inno ad Iside di Apulejo di Madaura, ne Le Metamorfosi, libro XI capitolo 25.




(Le istantanee sono di F.G., scattate in piazza dei Martiri o della Statua, Catania, il 4 febbraio 2010, ore 11)

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