lunedì 5 dicembre 2011

Considerazioni sulla Messa in Latino a S.Giuseppe al Transito in Catania




 
 
Ieri sera nella chiesa settecentesca di San Giuseppe al Transito in Catania recentemente riaperta al culto, si è celebrata, dopo la conferenza sulla figura del Cardinale Francica Nava, la S.Messa nella forma straordinaria del Rito Romano (detta anche comunemente "messa in latino"), da parte del sacerdote Don Antonio Ucciardo, docente di teologia e cappellano dello SMOM, assistito dai diaconi Serrano e Adernò. Hanno partecipato molti fedeli (il tempio era gremito), lieti dopo mesi dalla prima volta -in seguito a silenti e convinte battaglie- che anche nella città etnea si celebrasse il sacro rito secondo il 'motu proprio' del 2007 di Papa Benedetto XVI: a Monsignor Smedila rettore del vicino santuario mariano di S.M.del'Aiuto, è così subentrato il giovane prete Ucciardo, di fine attenzione liturgica.
Alcune considerazioni: la S.Messa in lingua latina, secondo la tradizione ultramillenaria, è di certo una funzione che ispira alla meditazione ed alla preghiera ben più che la messa nelle lingue nazionali dei vari popoli. I fedeli partecipano soprattutto pregando, e nella preghiera si realizza l'unione con l'ipostasi divina. I canti in stile gregoriano che dalla parte alta del tempio, senza l'assistenza di organo, furono eseguiti da valenti interpreti (l'Agnus Dei, il Pater Noster, ed altri), donano lo spirito affatto misticheggiante della funzione, ove l'incenso è anche 'collante' esorcistico. Ma nel 'deserto degli ultimi quarant'anni', come ha detto esplicitamente il p. Ucciardo nell'omelia riferendosi alla nuova liturgia la quale ha in molti casi stravolto il senso della Santa Messa, è difficile ricostruire. Anche tra i motivati fedeli, senza nessun ausilio di messalini col testo intiero (i quali ci dicono siano in arrivo, e saranno venduti a chi ne faccia richiesta), ove non abbiano quelli della nonna, risultò a nostra indagine visiva pressoché impossibile di rispondere, oltre all' "et cum spiritu tuo" ed al "Dominus vobiscum". Meno male che alla fine, dopo l'"Ite Missa est", la lettura in senso del tutto purificante, del prologo del Vangelo di Giovanni, le parole della Luce (sempre in Latino, naturalmente!), pose il suggello alla intensa funzione. Molto v'ha da fare, molto rimane. Che la S.Messa nella lingua tradizionale della Chiesa Cattolica si espanda e vada verso il popolo, come nei secoli passati: e non sia solo serbata per elìtes e cultori nostalgici! Non accada che una funzione così pregna di afflato mistico sia 'riservata' ai soliti noti, ma da parte dei responsabili si utilizzino le moderne tecniche (e tecnologìe) per diffonderne la partecipazione, in molti sensi, non soltanto nella presenza fisica. Può servire l'aggancio a conferenze, incontri culturali: e però ci si metta d'impegno a chiamare i giovani, le nuove leve, non solamente colti studiosi (di una certa età). E' l'autentico spirito del motu proprio che deve essere esaltato, anche oltre la celebrazione. L'alternativa, che a noi può anche andar benissimo ma a lungo raggio si rivela asfittica, è costituire l'ennesimo cenacolo: con la differenza che in quello evangelico gli Apostoli (che erano laici, non sacerdoti...) secondo lo spirito della Pentecoste, andarono per tutte le genti ad annunziare la Buona Novella. Questa a nostro parere, è la pietra angolare: 'battere sullo stesso terreno', ci si passi il termine, la S.Messa in italiano. Molto difficile, non impossibile, per chi crede.
Appuntamento il 1° gennaio per i fedeli che anche a Catania desiderano partecipare alla S.Messa in lingua latina, sempre nella chiesa di S.Giuseppe al Transito (piazzetta Maravigna, di fronte l'Anagrafe) alle 18,30, nel giorno dedicato alla S.Madre di Dio; sarà cantato il solenne Te Deum.
(F.G.)

Nella foto e nel breve video: alcuni momenti della funzione sacra.


venerdì 2 dicembre 2011

Santa Messa in Latino e conferenza sul Cardinale Nava a San Giuseppe al Transito di Catania, 4 dicembre 2011

La Confraternita di San Giuseppe al Transito e San Giovanni Battista
e la Nobile Arciconfraternita dei Bianchi
in collaborazione con il
Sovrano Militare Ordine di Malta e il
Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Spagna)

Sono lieti di invitare la S.V. all’incontro sul tema
La Riforma della Riforma:
l’Episcopato Francica Nava
tra i Pontificati di Leone XIII e San Pio X

Nell’83° Anniversario del pio transito
dell’Em.mo Card. Giuseppe Francica Nava di Bondifè
Arcivescovo di Catania

Relatori:
· Prof. Avv. Antonino Blandini, storico e giornalista.
· Rev.do don Antonio Ucciardo, docente di Teologia presso l’ISSR San Luca di Catania,Cappellano Delegazione SMOM e Nobile Arciconfraternita dei Bianchi.

Moderatore
Prof. Giuseppe Adernò


Seguirà la celebrazione della
Santa Messa in Rito Romano Antico
nella II Domenica di Avvento
Presterà servizio il “Collegio Liturgico Card. Francica Nava”

DOMENICA 4 DICEMBRE 2011
ORE 17,00

Chiesa di San Giuseppe al Transito
P.zza Maravigna - Catania

martedì 8 novembre 2011

Successo della II edizione del Premio internazionale di Poesia Antonio Corsaro









































Successo della II edizione del Premio internazionale di Poesia Antonio Corsaro







Un premio di poesia che si tiene nel suo luogo più autentico, ovvero nel 'tempio della memoria', una biblioteca pubblica, è quanto di massimamente armonico si possa imaginare. Così nella biblioteca comunale di Tremestieri etnèo, ariosa e luminosa nella sua struttura nuova ispirata all'antico, si è svolta la II edizione del concorso internazionale di poesia dedicato alla memoria di quel maestro, sacerdote poeta, che fu Antonio Corsaro, figura notevole della Letteratura italiana del Novecento, che ebbe nella città di Catania stabile dimora. L'evento è stato patrocinato dal Comitato Provinciale dell'AICS di Catania - Settore Cultura e dal Comune di Tremestieri Etneo.
Per l'iniziativa instancabile ed altamente laudevole di Vera Ambra, anima e presidente dell'associazione culturale Akkuaria la quale da anni persegue la riscoperta e la valorizzazione della Letteratura in senso autentico e che proprio da padre Corsaro fu incoraggiata a pubblicare la sua prima raccolta di liriche, l'iniziativa ha avuto luogo col successo che conviene a coloro che si raccolgono, invero una folta e qualificata élite, intorno al focolare della Poiesis, della Parola indiatasi nel verso.
In questo senso, dopo i saluti del direttore della Biblioteca dottor D'Urso, hanno relazionato il critico letterario Sergio Collura e lo studioso dell'opera di Corsaro, Francesco Giordano. La voce di Sergio Collura ha intrattenuto mirabilmente l'uditorio, vagando con la nobiltà che è congeniale all'oratore sul concetto di Letteratura e sul significato del verso, della Parola nella visione altamente poetica che ogni ispirato deve o dovrebbe avere, specificando che se non si comunica all'altro il messaggio insito nella Poesia, essa è nulla, e solo la Poesia autentica, egli ha precisato ricordando il giovane lirico Cesare Cellini, può salvare l'Uomo.
Francesco Giordano ha scelto di illuminare la figura di Antonio Corsaro poeta e sacerdote, dopo una breve disamina biografica, leggendo alcune liriche tratte dalla raccolta "Il figlio dell'Uomo", ove egli opera una indagine finissima e temperata dalla alta sensibilità che lo contraddistinse, sul significato dell'esistenza dell'Uomo simbolo, Gesù che è negli altri; altresì dando lettura di altra lirica dove il poeta manifesta il suo amore per la terra nativa, "tra il sole e le sciare". Autore, tra le moltissime composizioni, dell'Inno a Sant'Agata che si canta ogni anno durante le celebrazioni per la Patrona di Catania, Antonio Corsaro sempre fu fiero della sua sicilianità, pur essendo uomo di visione internazionale. Dando lettura inoltre di una lirica verticalista (frangia estrema della poesia che vide in Corsaro il suo 'teorico), il relatore ha inteso informare l'uditorio su codesto aspetto della poeticità del 'prete sciolto', come amò definirsi padre Corsaro: un prete che molto amò la Santissima Vergine. E delle poesie alla Madonna, tratte dal volume "La Vergine", il relatore ha letto alcune, testimonianti l'afflato intenso che il religioso per altri aspetti controcorrente, quale Corsaro fu, ebbe sempre per la Madre di Dio, la Theotokòs.
La manifestazione ha veduto infine l'intervento di Vera Ambra, che coadiuvata dalle poetesse Gabriella Rossitto (la quale ha letto in modo affatto delicato e sensibile molte delle liriche premiate) e Mariella Sudano, amabile coordinatrice, ha premiato gli autori vincenti.
Una manifestazione semplice e pura, all'insegna della Poesia che è visione salvifica e solenne, in un mondo oramai troppo, indubitabilmente, prosastico.
(***)

mercoledì 26 ottobre 2011

Premio internazionale di Poesia Antonio Corsaro II edizione



Premio Internazionale di Poesia Antonio Corsaro II edizione




Il 5 novembre 2011 alle ore 18.00 si svolgerà presso la Biblioteca G. Calabrò di Tremestieri Etneo - Zona Canalicchio - la seconda edizione del Premio Antonio Corsaro.
Interverranno:


Vera Ambra, Presidente Associazione Akkuaria
Sergio Collura, Critico Letterario
Francesco Giordano, Giornalista


Per l'occasione, alla presenza delle Autorità cittadine, sarà inaugurata presso la stessa Biblioteca una nuova sezione dedicata agli autori di Akkuaria con i libri che saranno donati dall'Associazione. Gli autori presenti firmeranno personalmente le loro copie.

lunedì 10 ottobre 2011

La Biblioteca Universitaria di Catania ricorda il direttore Salvatore Mirone ad un anno dalla scomparsa













La Biblioteca Universitaria di Catania ricorda il direttore Salvatore Mirone ad un anno dalla scomparsa
 
Con una cerimonia più affettuosa ed informale che strutturata nei canoni dell'ufficialità, si è ricordato la mattina del 7 ottobre, nella sala di lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania sita nel palazzo centrale, il compianto direttore della medesima Salvatore Mirone, ad un anno dalla sua scomparsa ed a sedici anni dalla sua quiescenza. Convennero a ricordare l'amico, l'uomo buono e gentile e dai tratti affatto sensibili con tutti, molti che gli vollero bene: fu questa anzi la mòlla che spinse a organizzarne il ricordo.
Relazionarono sulla figura di Salvatore Mirone insigne e brillante bibliotecario e capo della gloriosa biblioteca, nucleo rampollato dalla donazione del Vescovo Ventimiglia nel '700, il prof. Antonino Blandini, che narrò con dovizia di particolari le vicissitudini degli anni del XX secolo in cui Mirone fu al vertice della struttura, la loro intensa amicizia e collaborazione ed il fatto che alla sua tenacia si deve l'acquisizione delle carte Verga e De Roberto; il prof. Silvano Salvatore Nigro, ordinario di Letteratura italiana all'Università di Milano, ha voluto ricordare il Mirone sempre disponibilissimo con gli studiosi, ed alcuni personali aneddoti che ne fecero emergere l'umanità; il dott.Francesco Giordano, giornalista letterario, ha scelto di illuminare la figura di Mirone poeta discreto ma di grande levatura, leggendo alcuni versi di sue liriche tratte dagli "Appunti di Viaggio" pubblicati sulla rivista "Incidenza" (vedi la nota http://letterecatinensi.blogspot.com/2010/03/il-tempo-ritrovato-ovvero-due.html, che la direzione attuale della Biblioteca ha voluto affiggere all'ingresso della sala in ricordo del Mirone), così manifestando quel tratto peculiare dell'uomo, denso di grande nobiltà. Infine la dott.ssa Elena Migneco della Sovrintendenza ne ha ricordato la estrema affezione verso coloro che vedevano la Biblioteca come un luogo di pura ricerca; il Direttore attuale dott.Giovanni Viglianisi, allievo di Mirone, precisando l'approvazione di questi alla nascita della sezione musicale ed al corpus fotografico, ha concluso con l'auspicio che se non la Biblioteca (intitolata al palermitano G.Caruso), almeno la sala di lettura possano essere dedicate al nome dell'illustre estinto. L'uditorio intervenuto apprezzò molto il ricordo dell'amico, particolarmente la vedova prof.ssa Maria Salmeri, che di Mirone fu compagna di vita e d'arte, se così si può dire, avendo anch'ella diretto per trent'anni l'altra grande istituzione della città di Catania, la Biblioteca Civica ex benedettina, nel monastero omonimo. L'amico involato verso le eterne luci dell'Oriente, siamo convinti, del ricordo che in terra ancor si ha delle sue rimpiante qualità, avrà delicatamente sorriso.


F.Gio.


Nelle foto: momenti della celebrazione, e Salvatore Mirone in una foto di alcuni lustri fa.

La Comunità delle Suore Benedettine di Catania festeggia gli ottanta anni della Priora Madre Giovanna







La Comunità delle Suore Benedettine di Catania festeggia gli ottanta anni della Priora Madre Giovanna
 
Nei giorni scorsi la comunità monastica delle Suore Benedettine dell'adorazione perpetua del SS.mo Sacramento, presente da un centennio nella città di Catania nel monastero fascinoso e plurisecolare, sempre benedettino, di via Crociferi, ha festeggiato una ricorrenza importante e significativa, per le monache e gli amici che gravitano intorno alla confraternita, spinti dall'Istituto San Benedetto, la prima scuola cattolica nata nella città etnea: gli ottanta anni della Rev.ma Madre Priora Madre Giovanna Caracciolo, che regge le sorti del monastero dal 1986, allorché succedette alla Madre Maria Rosario.
Il 5 ottobre fu dato nella bellissima, e perfetta nella sua conservazione della prima metà del Settecento, chiesa di San Benedetto (tempio di proprietà della Chiesa, per fortuna... e non dello Stato... come gli altri adiacenti!) in via Crociferi, un concerto di chitarra classica tenuto principalmente dal maestro Agatino Scuderi, con la collaborazione del figlio ed altri promettenti esordienti, in onore di 'Nostra Madre', come la Priora, in virtù del carisma mectildiano dell'Adorazione al Santissimo, viene appellata dalla comunità (ella è in effetti la vicaria della Santissima Vergine, essendo la Madonna l'Abbadessa perpetua del Monastero); si udirono musiche di Paganini, Schubert, nonché pezzi di autori specifici per chitarra quali Cardoso, Tarrega e Sainz De la Masa, inframmezzati dalle riflessioni di Nostra Madre, lette da alcune Suore. Il giorno successivo 6 ottobre il Rev.Mons. Gaetano Zito rettore della chiesa celebrò la S.Messa di ringraziamento per il dono della presenza di Nostra Madre Giovanna a capo delle Suore Benedettine: ella ha voluto sottolineare la sua leggerezza e freschezza ed entusiasmo, nonostante l'età, e ribadire lo sforzo che da parte delle Benedettine si compie, specie nella società attuale, per rendere sempre vicine le genti al messaggio cristiano. Alla cerimonia affettuosa hanno partecipato anche gli amici da sempre vicini alla comunità, ed alcuni piccoli alunni dell'Istituto con le loro famiglie. A febbraio di quest'anno in chiesa vi fu la consacrazione perpetua di Suor Veronica, insegnante della scuola dell'Infanzia in Istituto, ed il 25° di Suor Chiara; prossimamente sarà una nuova consacrazione. Recentemente Suor Agata fu eletta Madre Vice; la segreteria e le relazioni pubbliche sono sempre con brillantezza svolte da Suor Annamaria; la comunità cresce, lenta ma inesorabile, secondo la divina volontà.
Ci piace riportare un passaggio delle riflessioni di Madre Giovanna,intorno alla preghiera: "La preghiera non è pensare ma amare. La preghiera è la nostra vita: sia che siamo in chiesa o altrove, noi parliamo con Dio come un bambino dialoga con la sua mamma. Dobbiamo pregare anche quando siamo nell'aridità con tanta fede: fede nella presenza reale, fede attiva, attuale, amorosa, fede nella presenza di Dio nelle persone, negli eventi. La vita prepara la preghiera e la preghiera accompagna la vita. Si prega vivendo e si vive pregando. La preghiera per noi è vitale perché consiste nel trasformare ogni cosa, ogni attimo in un atto di amore a Dio. Pregare significa vivere col cuore innamorato. Pregare è amare, ascoltare, invocare, chiamare per nome la persona amata. E' la preghiera che ci mette in intimo rapporto con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo. E' nella preghiera che Dio si manifesta a noi. Non si cresce nell'amore se non si cresce nella fede. Non si cresce nella fede se non si conosce Dio. Non si conosce Dio se non si prega".
Ad multos annos, per Nostra Madre e l'intiera comunità monastica delle Benedettine catinensi e tutti gli amici!


F.Gio.


Nelle immagini: un momento della cerimonia del 5 ottobre 2011; intorno alla Madonna, abbadessa perpetua, Madre Giovanna appena eletta Priora e la Priora emerita Madre Rosario, il 26 giugno 1986.

giovedì 11 agosto 2011



Nell’ambito del festival mondiale della Poesia



Cesare Cellini ricordato da Sergio Collura alla libreria Trinacria



"La Parola nel Mondo", incontri poetici svoltisi a Catania a cura di Akkuaria, han dato risalto alla figura del giovane artista prematuramente scomparso – Significato della Parola -  



Si è svolto nei giorni scorsi, nei locali della libreria Trinacria in Catania –la quale sta continuando a rappresentare il punto d’incontro di poeti, studiosi, letterati: e non è sempre così stato, del resto?- il Festival internazionale di Poesia "Parola nel mondo", iniziativa svoltasi in contemporanea in 65 nazioni, inneggiante alla Pace mondiale attraverso l’opera catartica, insostituibile, della Letteratura in versione lirica. L’interrogativo, che è di Ungaretti, "la poesia può salvare l’Uomo?", appare quanto mai attuale, mentre nel Mediterraneo fioccano bombe per novelli conflitti, i quali lasceranno quel "tutto perduto" (secondo le parole del grande Papa Pio XII), terreno perennemente incolto che ogni conflitto genera. Ne scriviamo perché tra gli incontri organizzati, mercé la solita e insostituibile vulcanica iniziativa dell’Associazione culturale Akkuaria presieduta dalla scrittrice Vera Ambra (che nella città dell’elefante, ha dato l’impulso alla manifestazione, collegandola alle iniziative mondiali attraverso l’attivismo dei collegamenti Internet), ve ne fu uno a parer nostro di rara e squisita sensibilità: l’incontro e la voce di Sergio Collura, docente di sottile e preziosa preparazione intellettuale, artista critico e poeta come pochi, il quale seguendo il tema della pace mondiale, ha inteso rammentare all’uditorio l’opera poetica di Cesare Cellini, straordinaria figura di aquilotto, "aiglòn", poeta e scrittore involatosi giovane (a soli 28 anni, nel maggio 1993) nel mondo di là, per chi crede, ma lasciando un segno indelebile nella lirica contemporanea. E prima di precisare l’excursus della poesia di Cellini, è necessario colmare una lacuna che Sergio Collura, da quell’uomo raffinato e signore che è, non ha voluto per umiltà prettamente cristiana (anche ciò è sua nota distintiva: una fede vera, silenziosa, non urlata e per questo più forte, possente nella sua intensità) quella sera precisare: egli è un valorosissimo Poeta, un artista anche pittore, noto dappoiché, nel deserto della memoria che oggi alligna (massime a’ piedi del vulcano etnèo e nella città sempre rifiorente), negli anni Ottanta e primissimi Novanta del trascorso secolo XX, se vi fu una figura eminente e luminosa che a Catania riusciva a catalizzare l’attenzione dei giovani (e tra coloro, last but not least, chi scrive) nelle iniziative di classe che organizzava, attraverso le edizioni Tifeo, il Movimento Giovani per un Nuovo Umanesimo, il far intervenire critici come Pampaloni, Spagnoletti, Sanguineti, nelle affollate assemblee, sempre in compagnìa dell’amico ed allievo Cesare Cellini: se vi fu un uomo cosiffatto, questi era ed è Sergio Collura. E fu un onore per lo scrittore e giornalista Francesco Giordano, intervenuto all’incontro, proferire brevissime parole nel presentare al pubblico la sua figura, rievocando il periodo su accennato. Ma Collura (gà Pierre Ananou in arte…) scelse, rendendo felici coloro che lo conobbero e ne apprezzarono e delicate qualità intellettuali e lo stile, di ricordare Cesare Cellini, la sua arte, la sua traccia importante nella Poesia: intensa, macerata, struggente come ognuno dei versi che si sono letti, ciascuno secondo una cadenza ben precisa ma anche franta, in quell’endecasillabo –ha spiegato Collura, conscio della indecifrabilità della vera Poesia, ma con l’abbrìvio passionale del docente di antica razza, il quale mai dimentica per ciò di essere anche allievo: "homines dum docent, discunt"- che l’artista prima plasmava con attenzione, poi destrutturata al fine di intendere la ricostruzione del pensiero, della cosmicità di esso, in unità inscindibile di microcosmo e macrocosmo. Sul filone dell’Estetica (materia oggi insegnata dall’oratore), Sergio Collura ha poi indugiato nelle letture celliniane di poesie ispirate al desiderio, anelito infinito, di Assoluto, nell’ottica di una ricerca dell’abbraccio finale resasi più densa, insopprimibile negli ultimi giorni, allorché la sentenza spietata dei medici gli dava pochi mesi di vita. "E nell’arcano silenzio \della mia intimità \ sfamato e dissetato \ dalla Parola \ ho lungamente goduto \ della mia \ pur breve sosta \ nella vita", in "Pronto è il mio cuore": tale riflessione dona conforto, e precisa il senso della poesia, che è Parola. Egli infatti scriveva: "Credo che la Poesia sia essenzialmente parola, "la Parola"… in essa colgo il mistero di me stesso e il mistero di Dio, e i due misteri, uniti nella Parola, nella Poesia cioè, diventano un tutt’uno: capacità creativa, nonostante il tempo e la morte", Ed ancora, in un pensiero definito ai limiti dell’eresia da qualcuno: "Amare la poesia, amare cioè la Parola, è amare la creazione. Credo infatti che il primo poeta in assoluto sia stato ed è Dio. Ritengo la Poesia, "la parola dell’uomo", e riconosco ad essa la stessa dignità della "parola di Dio": ambedue salvano. Se non fosse così, l’incarnazione perderebbe tutto il suo valore, tutta la sua forza". Sono pensieri frammentati dal "Journal intime", degli ultimi giorni di vita, Pasqua 1993: ed è già il poeta illuminato da quel visus non più oscurabile, che lo avrebbe condotto, seguendo il "lancio del ponte verso il tempo" (come in altro verso), a quel "silenzio dell’Eterno", laddove tuttavia "il canto esploderà \ come aurora al suo tramonto" (da Exodus, inediti). Fra due anni, nel ventennio dalla morte, auspichiamo sia con la giusta ampiezza rammentata la figura straordinariamente attuale, eterea, densa di vera fede di Cesare Cellini: la cui anima sarà stata certamente felice, del piccolo fatto, della grande realtà di un cenacolo di amici i quali, in quel maggio che ne vide la prima fiamma e l’ultimo moccolo, fenice rifiorente dalle spazzate ceneri del tempo, nella città sua lo rammentano, lo rendono vivo in continuo. Questa è la funzione della Poesia, la parola, l’immortalità.


F.Gio


Nella foto, Vera Ambra e Sergio Collura

Premio letterario Fortunato Pasqualino e Akkuaria, a Butera 2011







Il Comune del nisseno celebra un suo figlio



Il Premio letterario Fortunato Pasqualino e Akkuaria a Butera, grande successo



Afflusso notevole da ogni parte d’Italia e dall’estero per una importante manifestazione
nel ricordo dello scrittore siciliano – Fecondità della Letteratura e speranza nel futuro -
 
Nella consapevolezza che l’amore per la Letteratura deve essere universale, non già confinato entro limiti angusti e distruttivi; nel sole indorante l’unicità del tramonto delle terre sicule; in codesto clima del mite nostro maggio, si svolse nei giorni scorsi la terza edizione del Premio internazionale di poesia e narrativa dedicato a Fortunato Pasqualino, scrittore nativo di Butera (poi trasferitosi a Roma, dove è morto nel 2008), città che ha fortemente voluto il ricordo del suo illustre figlio, ospitando affettuosamente la manifestazione. Iniziativa che, come molte altre le quali ultimamente si registrano, nasce per impulso volontà vulcanica e ferrea di una donna, anzi di un cenacolo formato prevalentemente da donne, secondo l’antica Tradizione della Magna Mater che –in particolare nell’antica Trinacria- era venerata quale datrice di mèssi, fons honoris di luce, zòlla ultima cui aggrapparsi nel misterioso cammino della vita. Vera Ambra, anima e fulcro dell’Associazione "Akkuaria" che ha fornito l’essenziale moto organizzativo alla cerimonia, con Angela Agnello di Gela ed i componenti della giurìa (Gabriella Rossitto, Mariella Sudano) e coloro i quali intervennero per contribuire all’evento (la regista e scrittrice Sara Aguiari, lo studioso e giornalista Francesco Giordano), fecero sì che il residence "Le Viole" di Butera, comune ridente e principesco (i principi buteresi erano i primi del Parlamento siciliano in età normanna), pullulante di intervenuti, abbia registrato una iniziativa fresca e simpatica, giovane e brillante, soprattutto feconda di sviluppi futuri.
Tale infatti si caratterizzava la presenza del Sindaco di Butera Luigi Casisi, eccellente anfitrione che con gentilezza ha ospitato i numerosi intervenuti i quali da ogni parte d’Italia, sino alla lontana Croazia, discesero in territorio buterese per l’incontro intitolato a Fortunao Pasqualino, impreziosito dalla presenza della vedova dello scrittore signora Barbara Olson; il presidente del Consiglio comunale buterese Carmelo Labbate ha precisato la continuità e conservazione storica della memoria buterese nel mondo, unita dalla poesia; così l’excursus intenso dello studioso Francesco Giordano ha voluto individuare nella "custodia delle carte, ovvero l’archivio Pasqualino" un punto nodale da perseguire: istituire in Butera un centro studi al letterato dedicato, ove si conservino le sue testimonianze.
Vera Ambra ha tenuto le fila della brillante manifestazione, col solito stile scevro da fronzoli e denso di passione, di entusiasmo e di verità imprescindibili: quelle verità che si è donati, col riconoscimento dei disegni, alla classe elementare della scuola buterese che ha ricevuto il giusto riconoscimento: dalla gioja dello sguardo dei piccoli, dalla loro innocenza, scaturisce il futuro per tutti, la purezza del percorso letterario, che mai deve arrestarsi. Con l’attenta lettura dell’attore Emanuele Puglia (nonché gli interventi del cantastorie Barbera), la serata ha avuto degli aspetti artistici notevoli. Segnaliamo le opere, edite nel volume antologico delle edizioni Akkuaria, di Marta Lìmoli, attrice che alla bellezza unisce rara aristocraticità di stile e vena letteraria da incoraggiare e secondàre, il racconto-frammento "La sola cosa" ("Cosa fare della propria vita era un interrogativo soltanto suo, presente come un ritornello pari a quelle gocce sull’asfalto, che scoppiavano disintegrandosi in gocce sempre più piccole… gli sguardi rapidi della pioggia notavano soltanto l’incarnato tenue, strapazzato dalle intemperie…"); la poesia "Tic tac" di Giuseppe Lucca, artista musicale dalle finissime sensibilità ("Allorché sprovvisti di competenti abilità \ d’ingegno e d’azione \ ciondolanti creduli entusiasmi \ acconcerebbero ad un modo … l’umana condizione e l’eterna natura di Dio"), nonché la poesia "La nota rotta" di Giovanni Coppola, che all’impegno sociale associa con garbo intensi voli poetici ("Tutto sembra immobile \ nei giorni di Adamo \ solo l’offerta della materia sottratta \ all’ordine cosmico degli elementi… nulla è stabile \ nelle dipendenze del dolore \ la vita è apparizione di ombre \ che indicano il sobborgo dell’inutile ricerca").
Per quel che concerne la figura di Fortunato Pasqualino scrittore, questo irregolare della letteratura come qualche autorità nel campo lo ha definito, la linea mediana è tra saggezza e sapienza. E’ una consapevolezza che parte dalla sua solitudine intellettuale di ‘zingaro’, come amava definisi, unitamente all’afflato assolutamente cristiano, cattolico anzi seppure in modo anche qui fuori dagli schemi però entro l’ambito di una fede vera, schietta, sincera, quasi pànica, al limite del boschivo, di contro al mondo roboante del sapiente: di colui cioè che ha studiato molto e sfoggia come una catena di gemme, i grani del proprio scibile. Questo non mancava, anzi ne era ben provvisto, al nostro autore: il quale tuttavia –fors’anche in virtù della lontananza con la terra siciliana, con il nucleo antico e nobile di Butera dalle prestigiose origini normanne e principesche- sentiva meglio rispondente al proprio animo la saggezza del contadino, della gente primigenia, assai meglio della sapienza di colui che, tronfio, crede di più non apprendere e, come i sofisti che
Socrate si divertiva a far cadere in aspra contraddizione, si crogiola nel proprio nulla.
La Sicilia di Pasqualino è già negli anni Settanta una terra disgiunta dalla sua anima bimillenaria, che è nei campi: egli visse primariamente il distacco del dopoguerra, l’emigrazione e le connesse umiliazioni dell’esule e allorquando tornava, s’accorgeva della cràsi insanabile tra urbanizzazione ed abbandono della sana e tenace vita contadina. Quel percorso che oggi i maggiorenti della politica, in modi e forme adatte al XXI secolo, cercano necessariamente di invertire e sempre più si dovrebbe, puntando sulle coltivazioni indispensabili, egli lo intravvide e nel mentre notava che era attorno "terra bruciata", da profeta invocava il ritorno alla Natura, come novello Virgilio, il ricongiungimento alla terra madre. Solo quel ritorno, vieppiù in tempi di accelerata decadenza delle economìe, potrà salvare l’isola nostra, il cui destino scritto dalla storia è sul mare e tra le terre feconde.
A tale anima feconda di letterato, Vera Ambra artista, poetessa e scrittrice ha voluto èrgere attraverso il premio letterario che molti riunisce nell’afflato di umanità e solidarietà, il monumento autentico che né vento né acque né fuochi possono scalfire, poiché edificato nei cuori: solo tale costruzione può osare di sfidare l’impietosità del tempo e sperare di valicare le porte Scee, di ciò che non tramonta.

Barone di Sealand (Fr.Giordano)




(Pubblicato su Sicilia Sera n° 339 del 31 luglio 2011)


Nelle immagini, alcuni momenti della manifestazione






venerdì 1 luglio 2011

Santa Messa in latino a San Giuseppe al Transito

Il 25 giugno u.s., nel tempio dedicato al transito del patriarca San Giuseppe sito nel centro antico, di matrice settecentesca come tutte le costruzioni di Catania, città fenice sette volte distrutta e sette ricostruita, celebràvasi la Santa Messa secondo la forma straordinaria del rito Romano, ovvero seguendo il motu proprio "Summorum Pontificum" del Santo Padre Benedetto XVI, il quale ordina la celebrazione della funzione sacra in lingua latina, nel solco della Tradizione bimillenaria della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Alla funzione, tenuta in occasione dei vespri della solennità del Corpus Domini, alle 19,30 (iniziata invero col quarto d'ora accademico di ritardo...) convennero numerosi ed interessati fedeli. Celebrò Monsignor Carmelo Smedila rettore della chiesa e del vicinissimo santuario mariano-parrocchia di Santa Maria dell'Aiuto, da cui il movimento s'irradia; il coro si prodigò con molta passione; la funzione è stata coadiuvata dal collegio liturgico Cardinal Nava diretto da Piersanti Serrano, con Fabio Adernò ed i bravi e volenterosi ragazzi del gruppo.
Ciò posto, e felicitandoci -dopo tante silenti battaglie da parte di alcuni, pochi ma decisi, volenterosi, fra cui anche chi scrive...- poiché finalmente anche nella città di Agata protomartire si è iniziata la celebrazione delle Sante Messe in lingua latina (ad Acireale, come si sa, è prassi consolidata da tempo, ogni domenica), ci permettiamo di fare alcune segnalazioni, utili e circolanti fra i fedeli dopo la funzione: manca un calendario preciso, almeno per i prossimi sei mesi, delle Messe (molti han chiesto, invano); il foglietto che laudevolmente era stato fotocopiato e lasciato sui banchi, se riportava i passaggi salienti della Messa ed i momenti ove ci si deve inginocchiare, tralasciava aspetti normali dell'Ordinario (il "et cum spiritu tuo", ad es.) che son naturali per chi ha il retroterra classico, ma lasciarono imbarazzati quanti, almeno un quaranta per cento, erano -come è noto, non per loro colpa...- digiuni della abitudine antica.
Inoltre, e ciò sia detto senza polemica veruna, nell'omelia il caro Monsignor Smedila si è soffermato sulla figura di Giovanni Paolo II (??..), sull'importanza del Concilio Vaticano II (???...), mentre nessuna parola, neppure alla lontana, ha speso sulla bellezza, sulla gioja, sulla importanza del celebrare egli stesso insieme ai convenuti la sacra funzione in lingua latina ottemperando agli ordini del Pontefice, per giunta in una solennità così importante come la festa del Corpo di Cristo. Chi vuol comprendere, comprenda.
In ogni caso, come usa dirsi, il primo passo è fatto. Qui un nostro video ne documenta alcuni momenti salienti. Speriamo che si proceda per passione e per volontà (e non per costrizione agli ordini superiori giunti da alto loco...), come insegna la sequenza: "Quod non capis, quod non vides, animòsa firmat fides, praeter rerum òrdinem", ciò che non vedi, non comprendi, te lo conferma la fede oltre la natura. Laus Deo.
(FGio)

giovedì 16 giugno 2011

Sabato 25 giugno ore 19,30 S.Messa in rito Romano antico a S.Giuseppe al Transito in Catania




Comunichiamo che sabato 25 giugno, alle ore 19,30, nella chiesa di San Giuseppe al Transito (piazza Maravigna), sita nel centro storico di Catania, dietro via Garibaldi, verrà (finalmente.... dopo tanta attesa....) celebrata la S.Messa secondo il rito Romano antico, ovvero in lingua latina, ottemperando agli ordini del Santo Padre Benedetto XVI espressi nel motu proprio "Summorum Pontificum". L'occasione sono i primi vespri della solennità del Corpus Domini. Celebra il rettore del tempio e del santuario mariano dell'Aiuto, Monsignor Carmelo Smedila, parteciperà il collegio liturgico Cardinal Nava, diretto da Piersanti Serrano.

Invitiamo tutti i catanesi a partecipare numerosi alla funzione (ed a munirsi di Messale adeguato... magari scovato in qualche vecchio cassetto!) la quale vede la città di Agata di nuovo invocare l'Onnipotente nella lingua della Tradizione. Deo gratias!


(F.G.)




lunedì 30 maggio 2011

Santa Maria dell'Aiuto di Catania 2011: la processione

Presentiamo il video, con particolari effetti, da noi realizzato, di alcuni momenti salienti della processione della venerata immagine cinquecentesca di Nostra Signora dell'Aiuto, svoltasi nel centro storico di Catania la sera del 29 maggio 2011. Codesti particolari aspetti della devozione popolare alla Grande Madre, sono da conservare e da apprezzare, specie in tempi di decadimento. Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis!

mercoledì 11 maggio 2011

L'Associazione Giovani e Tradizione di Acireale organizza a Roma il Convegno sulla S.Messa in latino



Segnalataci dall'amico Piersanti Serrano (che partecipa alle assise), genius loci del Collegio Liturgico Cardinal Nava il quale tante benemerenze riscuote in Catania città nativa ed ovunque si perpetui la Tradizione della Chiesa, pubblichiamo la locandina del convegno organizzato dall'attiva e solerte associazione "Giovani e Tradizione" di Acireale (a cui si deve la celebrazione ogni domenica della S.Messa in lingua latina nella 'città dalle cento campane') in Roma, sul motu proprio che secondo la volontà del Santo Padre, ha rinnovellato nell'antico solco, la vita liturgica del cattolicesimo romano. Catania aspetta ancòra la S.Messa latina... confidiamo non per molto. "Una speranza per tutta la Chiesa", il titolo: speranza che facciamo nostra, nel mese dedicato alla Vergine Madre, Regina del Cielo, ed invocando l'Angelo Custode...
(FGio)

mercoledì 4 maggio 2011

Premio letterario Fortunato Pasqualino 2011







A Butera cerimonia di premiazione del Concorso letterario Fortunato Pasqualino




Sabato 14 Maggio 2011 alle ore 17.00 presso il Residence "Le Viole" - Piazza Castello - Butera
si svolgerà la Cerimonia di chiusura della 3a Edizione delConcorso Internazionale di Poesia e Narrativa

PREMIO FORTUNATO PASQUALINO

Interverranno:
Luigi Casisi, Sindaco Comune di Butera


Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Siciliana


Sebastiano Missineo, Assessore Regionale Beni Culturali e Identità Siciliana


Giuseppe Federico, Presidente Provinciale Caltanissetta


Carmelo Labbate, Presidente del Consiglio Comunale di Butera


Giovanna Donzella, Assessore alla Cultura Comune di Butera


Giuseppina Carnazzo, Dirigente Settore Cultura Comune di Butera


Vera Ambra, Presidente Associazione Akkuaria


Giorgio Russello, Presidente Associazione Artists & Creatives


Fisicchia Caterina, Insegnante


Nino Amico, Storico


Francesco Giordano, Giornalista

Ospiti gli attori: Natalia Silvestro, Carlo Barbera ed Emanuele Puglia

In Giuria:
Angela Agnello, Gabriella Rossitto, Giulia Passino, Mariella Sudano, Sergio De Angelis, Vittorio Frau
Ingresso libero:

Maggiori informazioni su http://www.premiofortunatopasqualino.it/

martedì 5 aprile 2011

Lo scrittore e saggista romeno Geo Vasile a Catania e Modica


A Catania il 13 aprile 2011 alle ore 17.30 presso la Libreria Trinacria Libri, Piazza Giovanni Verga 6/a, nell'ambito degli scambi culturali con la Romania, l'Associazione Akkuaria, organizza un incontro con lo Scrittore - critico letterario e saggista Geo Vasile. Per l'occasione sarà presentato il libro bilingue di poesie "Ninfe & Kimere".

Relazioneranno:Vera Ambra, Presidente Associazione Akkuaria

Gabriella Rossitto, Poetessa

Francesco Giordano, Giornalista

Seguirà un intervento musicale del chitarrista Gianfranco Vitello.


A Modica il 16 aprile 2011 ore 17.30, organizzato da "Il Caffè Letterario S. Quasimodo" e si terrà presso la Sala Conferenze del Palazzo Grimaldi, Corso Umberto IModica

Programma SALUTODott.ssa Anna Maria SAMMITO Assessore alla cultura - Comune di Modica

INTERVENTO SU QUASIMODO"Virile contemplazione del Mistero"Geo VASILE.Scrittore - critico letterario e saggista

INTRODUZIONE AL LIBRO BILINGUEDI GEO VASILE "Ninfe & Kimere"Domenico PISANAPresidente Caffè Letterario "S. Quasimodo"

LETTURE QUASIMODIANE E DI TESTI POETICI DI VASILE in italiano e romeno

MUSICHE M° Lino GATTO, chitarra M° Daniele RICCA, violino

COORDINASalvatore PAOLINO Vice-presidente Caffè Letterario "S. Quasimodo"


GEO VASILE, pseudonimo letterario di VASILE GHEORGHE (n. 21 giugno 1942, Bucarest)Laureato del Collegio S.Sava; negli anni ’60 segue i corsi dell’Università di Bucarest, Istituto di Lingue e Letterature Straniere, Facoltà di lingua e letteratura italiana e romena, dove ebbe tra i professori illustre personalità tipo Nina Façon, Alexandru Balaci, George Lazarescu, Doina Derer, Marco Cugno ecc. La sua tesi di laurea è stata il primo studio del mondo accademico rmeno sulla poesia e la prosa di Cesare Pavese. Tra 1967 e 1971 fa il professore di campagna; dal 1971 fino al 1990 è bibliotecario presso l’ufficio scambi internazionali della Biblioteca Nazionale, periodo in cui gli è permesso dal regime solo di tradurre poesia universale su varie riviste del paese. A partire dal 1991 è redattore di pagina culturale del quotidiano "Dimineata" (Il Mattino") e dal 1992 fino al 1996 del settimanale "Baricada". Si dedica esclusivamente alla critca letteraria e allla traduzione da e in italiano, collabora con qualche rivista letteraria, tra le quali "Luceafarul" (Espero) diventato dal 2008 "Luceafarul de dimineata" ( Espero mattutino), "Romania literara", "Astra", "Hyperion" . Debutto editoriale: nel 1987 cura e traduce dall’italiano un antologia di versi, " Insula regasita" (Insula ritrovata) con i tipi dell’Editrice Univers, prefazione di Marin Sorescu, del poeta e saggista siciliano ed europeo Mimmo Morina (Villafrati, Enna 1933 – Lussemburgo 2005); di Mimmo Morina tradurrà fra 15 anni, nel 2002, la prima parte di una trilogia in prosa intitolata "Argonauti di Via Telegrafo". All’inizio del novembre 2008 viene invitato ad una serata di poesia romeno-italiana ospitata dall’Accademia di Romania in Roma. In presenza di un numeroso pubblico, del ministro consigliere dell’Ambasciata Romena, l’italianista Mihail Banciu e della vice-direttrice Daniela Crasnaru vengono allestite tre antologie poetiche curate e tradotte da Geo Vasile: Geoge Bacovia. Plumb. Versuri. Piombo. Versi, Marino Piazzolla . I fiori del dolore. Florile durerii e Mihai Eminescu. Iperione.Poesie scelte, tutti e tre uscite presso l’Editrice romana Fermenti. Fa una conferenza sul motivo del dolore universale nell’opera dei tre grandi poeti, collegandosi anche a Leopardi. Sono intervenuto i critici italiani Donato di Stasi e Antonella Calzolari. Nel giugno del 2009, su invito della direttrice dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, Monica Joita, partecipò al lancio dell’antologia poetica bilingue di Gellu Naum, "A cincea esenta. La quinta essenza" quale traduttore ed esegeta dell’opera del più grande surrealista romeno (1915 – 2001), occasione in cui gli fu assegnata nella sede del Comune la medaglia della città di Venezia per aver favorito i rapporti culturali e di amicizia tra i due popoli. Sono intervenuti la docente universitaria Silvana Tamiozzo e il giovane critico Nicola Cecconi. Da Venezia raggiunse Friuli , su invito del romanziere Marco Salvador, residente a San Lorenzo. Ebbe occasione di visitare il Centro di Studi Pasoliniani nonché il cimitero di Casarsa, dove furono portate e sepolte le spoglie del grande scrittore, trucidato nel 1975 a Ostia, la villa Manin di Passariano (Codroipo), un complesso archittetonico monumentale del Cinquecento, l’abitazione dell’ultimo doge Ludovico Manin, e che in quel periodo ospitava un’ampia mostra retrospettiva dell’artista friulano, amico del Pasolini, Giuseppe Zigaina (n.1924). Verso la fine del maggio 2010 tiene una conferenza a Firenze sul più grande poeta cristiano d’Europa Mario Luzi nonché sull’ultimo romantico europeo, il romeno Mihai Eminescu (1850-1889). Da Firenze viaggia in treno verso Torino dove soggiorna per qualche giorno; sempre in treno raggiunse Mestre. In presenza dell’autore veneziano, fa una conferenza presso l’Istituto Romeno di Venezia sul romanzo di Tiziano Scarpa "Stabat Mater" (Strega e Supermondello 2009) uscito nello stesso anno in romeno.

lunedì 14 marzo 2011

150° dell'Unità della Patria, proclamazione del Regno d'Italia: Catania monarchica ricorda

In occasione delle celebrazioni del cento cinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia, quindi della sancita Unità della Patria, avvenuta nel Parlamento di Torino, palazzo Carignano, il 17 marzo 1861, laddove il Re Galantuomo Vittorio Emanuele II della augusta casa di Savoia (a cui si deve, con l'opera indispensabile di Giuseppe Garibaldi, la creazione della Nazione come la intendiamo...) fu consacrato primo Sovrano, doniamo un nostro video appositamente realizzato, in cui il contributo di Catania, seconda città fedelissima alla dinastìa della bianca croce, dopo Napoli (in base alle votazioni del referendum-truffa del giugno 1946), è manifesto secondo una particolare angolatura.
Viva l'Italia una e indivisibile, nel solco della Costituzione del 1948 derivata direttamente dallo Statuto Albertino!

Il premio letterario Emilio Greco a Catania




 La città etnea ricorda un suo grande figlio


Pieno successo del Primo Premio Letterario Emilio Greco



Ideata da Akkuaria di Vera Ambra ed Associazione Artisti e Creativi con il supporto dell’AICS,
la manifestazione al palazzo Platamone – Raro entusiasmo nel narrare di Poesia -
 
Le iniziative culturali, in senso lato, non mancano in una città vivace e movimentata come Catania. Soltanto che, allorquando non soggiacciono alle imposizioni dei politici che le inventano, con annessi e connessi, se sono promosse da persone capaci e di un certo rilievo interiore, hanno una bella riescita. In caso contrario, ed accade frequentemente, sono delle delusioni insipide e ridicole. Per quel che concerne il primo premio che la città di Catania, luogo nativo, ha dedicato alla figura ed all’opera artistica di Emilio Greco, si può dire senza difficoltà che all’entusiasmo dei promotori, ha corrisposto una grande capacità e densità d’animo, le quali hanno fatto in modo che la manifestazione si svolgesse e donasse risultati di ampio rilievo. Ciò si è ben compreso nei giorni scorsi, svolgendosi la cerimonia di premiazione, nel cosiddetto ‘palazzo della Cultura’ o Platamone di via Vittorio Emanuele-Landolina, sede dell’Assessorato alla Cultura, del premio.
Il progetto, ideato e promosso da Giorgio Russello, presidente dell'Associazione Italiana Artists & Creatives, ha pienamente soddisfatto le aspettative della giovanissima associazione, nata nell'agosto del 2009 e dei suoi giovani dirigenti. La manifestazione, sostenuta dal Comitato provinciale di Catania - Settore Cultura - dell'AICS, Ente di promozione sociale, riconosciuto dal Ministero degli Interni, e dall'Associazione Akkuaria, è stata patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, Museo Emilio Greco di Catania, Archivi Emilio Greco di Roma, dal Comune di Sabaudia ed altri.
Proprio nei locali del Museo greco la casa Editrice Akkuaria, di cui Vera Ambra è l’instancabile animatrice –ed a lei si deve l’idea e l’attuazione del premio Greco- ha istituito in dono, una sezione di autori contemporanei, la cui lettura è possibile, nelle sale del sito.
La cerimonia, per ampiezza degli intervenuti da molte parti di Sicilia e d’Italia nonché per la piacevolezza della serata, allietata anche dai "cùnti" del noto cantastorie Carlo Barbera, fu molto gradevole, e confermò nei presenti certificandola, quella che è una rara realtà: narrare di Poesia è oggi più che mai difficile, ma se il tema viene svolto senza pretese di eccessivo intellettualismo, con semplicità e garbo, ottiene risultati duraturi nel tempo. Come l’opus mixtum delle costruzioni dei Romani era coacervo di terraglia e pietrisco, ma le cui mura durano ancora nei millenni… mentre l’analisi chimica del cemento armato moderno, ne mostra tutta l’intrinseca vacuità, l’inanità della sua consistenza: il paragone non casuale serva a comprendere.
Tra i momenti salienti della serata, oltre le premiazioni dei vincitori, la cui attenta giurìa ha scelto, la lettura di alcune intense liriche di Emilio Greco, la cui vena poetica fu di ispirazione cardarelliana (così ha precisato Concetta Tiralosi, impiegata del Museo Greco, nel suo intervento), da parte della bella e brava attrice Marta Lìmoli, la cui voce suadente ha donato il quid indispensabile alla comprensione del segreto messaggio, che ogni poesia degna racchiude. L’intervento di Maria Collina, giunta dalle Marche e figlia del noto maestro e scrittore, la cui malattia agli occhi venne curata mercé l’opera di Sua Maestà la Regina Elena di Savoja, dama della carità, la quale gli consentì di vivere poi una intensa ed artistica vita, ha destato ammirazione e commozione nell’uditorio, non solamente al fine di ricordare come anche quelle che un tempo erano definite diversità od infermità fisiche sono a volte sanabili ed occasioni di crescita, ma anche –a noi in particolare- nel gaudio del ricordo di quella Sovrana d’Italia precipuamente buona, che il nostro popolo (a Messina rimane eterna la sua memoria, anche con una statua, in pro del suo benevolo intervento nei giorni infausti del terremoto del 1908) ognora continua a venerare.
Premiati anche alcuni collaboratori che sostennero l’iniziativa, tra cui lo storico e giornalista Francesco Giordano, che ha brevissimamente sottolineato come a Vera Ambra, inimitabile organizzatrice, si debba il cuore della manifestazione, e l’importanza del conoscere la figura letteraria di Emilio Greco, a cui Catania molto deve, come già la città di Sabaudia che ne serba le spoglie, ha fatto.
Il Premio Artists & Creatives 2010 "Omaggio a Emilio Greco, Scultore e Letterato" presieduta da Vera Ambra, Angela Agnello e Gabriella Rossitto è stato assegnato, per la sezione di Poesia:Prima classificata: "Voli di incertezza" di Antonella Cardella ; Seconda classificata: "Fiorisce di luna" di Rita Alessandro Consoli; Terzi classificati ex equo "Nuovo Viaggio" di Ivano Bersini ,"Costellazione Gelinda" Calogero Gueli .Per la sezione di Narrativa:"Prendi le mie mani" di Maria Collina , "Il Gabbiano di Torrefiamma" Silvia Bellia ,"Il quarto cavaliere" di Adriana Di Grazia .Il premio della Giuria è stato assegnato a: "Il primo anno in Tribunale" di Santino Mirabella; "You are my angel" di Chiara Forcisi ; "L’amore maturo" di Adriana De Vincolis ;"Barbara e gli Uomini, questi strani animali ed altri racconti" di Lia Mauceri ; "Quando l'alba del tramonto incombe" di Pippo Nasca ; "Il Muro dentro. Berlin 1984" di Cinzia Pierantonelli;"Madinat Catania" diAngelo Pulichino. ; "...dove finisce il mare" di Caterina Carbone . Fuori concorso è stato premiato il saggio "I due Zoppo di Gangi" di Paolo Ziino e il libro per ragazzi "Sapiensauris" di Giovanna Strano. E’ già in corso la seconda edizione del Premio Emilio Greco, dati i notevoli risultati: questa volta tuttavia la premiazione si svolgerà a Roma (città che il Maestro elesse a luogo primigenio di ispirazione, e dove lungamente visse), nella sede della Società Umanitaria, il 13 febbraio 2011. Borges, il grande Poeta ispirato, scriveva: "Ho un po’ di vertigine \ non sono abituato all’eternità"… è quella vertigine che si cerca e, a volte, si può trovare, narrando di Poesia. Per codeste ragioni, iniziative come il Premio Greco meritano, più di altre inutili e fallaci, di essere attentamente illuminate e, come nell’eloquio si afferma, di volare alto, nel cielo pindarico della sana ispirazione.

Bar.Sea.

(Pubblicato su Sicilia Sera n° 337 del 6 marzo 2011)

lunedì 7 febbraio 2011

Antonio Corsaro poeta, intellettuale scomodo, sacerdote: Catania lo ricorda e lo celebra








Nella prestigiosa cornice dell’Orto Botanico





Grande successo del primo premio di Poesia intitolato ad Antonio Corsaro





Una prestigiosa figura di sacerdote intellettuale, poeta scomodo, ricordata finalmente
nella sua Catania ad opera di Vera Ambra – Importanti interventi dei relatori-





"Qual nepente ci salverà contro l’essere e il niente?" A tale dimanda, che strutturalmente presuppone una assenza di risposta, a tal verso profondo scaturito dall’arte poetica di Antonio Corsaro, prete, poeta, maestro, saggista, studioso e creatore di avanguardie, morto in una calda estate di quindici anni fa e rapidamente dimenticato –se pure l’interezza magmatica dell’opera sua la cui ampiezza aleggiò e tinse la Letteratura europea della seconda metà del Novecento, era realmente indagata in Catania ove visse gran parte della vita terrena- si è tentato, forse con una certa capacità di comprensione, di fornire una spiegazione, lo scorso novembre, svolgendosi la premiazione del primo Concorso internazionale di Poesia dedicato alla figura importantissima di codesto sacerdote affatto originale.
Si deve alla vulcanicità tutta mediterranea di Vera Ambra, ideatrice di iniziative culturali le più disparate e dinamicissima nel mondo della poesia e del sociale, nonché poetessa ella medesima, se per la prima volta a Catania viene pubblicamente ricordato padre Corsaro, con una importante e pubblica iniziativa, la quale ha avuto il suo culmine con la conferenza e cerimonia svoltasi nella prestigiosa aula magna dell’Orto Botanico di Catania (da qualche tempo sede di notevoli manifestazioni artistiche), a cui prese parte un numerosissimo e qualificato uditorio. E se nell’arco temporale di un cinquantennio, dagli anni Quaranta della prima sua raccolta di poesie, "Castello marino" (con prefazione di Carlo Bo), all’ultima di "Quartine cloniche" del 1993, l’opera poetica creativa e letteraria di padre Corsaro, sacerdote coerentemente della Chiesa Cattolica sino all’ultimo, anche se "prete senza parrocchia", trasvolò soprattutto in quella terra di Francia baluardo esemplare di Libertà e di sperimentazione, germinando altresì in Catania ove tornò e scelse di vivere –forse volontariamente, pure in contatto epistolare con i grandi quali Montale, Pound, Ungaretti, Quasimodo, alcuni dei quali collaborarono alle sue iniziative letterarie- attraverso la fondazione dell’ancor oggi assaj attivo "Piccolo Teatro"; se egli traduttore dell’intiera opera poetica di Mallarmé e di "Sour le soleil de Satàn" di Bernanos, vòlle con aristocraticità sicula sfogliare le pagine del libro del Tempo nella sua patria assolata, sembravaci una mera ingiustizia che l’ingrata città etnea non lo avesse ricordato come meritava. Sarà sempre assegnato a Vera Ambra ed a coloro che la aiutarono in questo intento, il merito di aver rivalutato coinvolgendo linfe mature e giovani di poeti appassionati del verso e della forma e del contenuto, celebrando un grande intellettuale europeo, figlio della Sicilia autenticamente madre di lirici senza tempo.
Alla cerimonia parlarono di Antonio Corsaro, e non poteva essere diversamente constatato il non lungo làsso temporale dalla sua dipartita, che rende la voce dell’Artista quasi coeva come l’eternità del suo messaggio, l’operatore culturale, regista teatrale e "maestro puparo" Nino Amico, che lo ebbe vicino tra gli anni Quaranta e Cinquanta in qualità di Sacerdote officiante nella Chiesa nobiliare dei Bianchi, e professore al Liceo Ginnasio Spedalieri di Catania. Egli ne ha tratteggiato le grandi doti di intellettuale quasi eterodosso, nonché rammentato un interessante intervento del 1976, ad una premiazione poetica indetta dal Circolo Arte e Folklore di Sicilia, ove padre Corsaro così si espresse: "la poesia non è sentimento, non è fantasia, la poesia non è immaginazione, ma un bicchiere, una bottiglia, un tavolo, cioè una struttura di cose, che sono le parole, messe lì e fabbricate in un determinato modo…la poesia è costruzione, in altre parole forma. La forma è una operazione che si comunica e si chiude in se stessa; la forma quindi non può essere una maniera di sensibilizzare le parole, ma è una isotopa dell’espressione".
Personalità evidentemente difficile, complessa, Antonio Corsaro poeta d’avanguardia: con accenti di densa commozione lo ha ricordato il regista ed autore teatrale Gianni Salvo, ivi appositamente intervenuto, non soltanto per riportare, per la prima volta dopo tanto tempo, la testimonianza diretta di colui che fondò il suo "Piccolo Teatro", avente notorietà oramai internazionale, ma per suggerire interpretazioni dell’opera poetica del Maestro attraverso gli "esercizi di stile" di Queneau, per cui, come ha egli detto, "vi possono essere novantanove modi diversi di leggere " la poeticità del messaggio letterario di Corsaro, il quale se la poesia è intrinsecamente forma, la vedeva anche negli atti più minimi ed apparentemente insignificanti della quotidianità, pur letta in senso di macerante critica.
Dell’aspetto propriamente letterario, della poetica pencolante fra luce e tenebra, della estrema misticità tendente dal peccato al nulla e viceversa, della notevolissima attività di studioso di Antonio Corsaro, indagatore attento della filosofia pedagogica di Fènelon come della ansia di Pascal, due autori da lui lungamente amati, ha parlato lo studioso di Letteratura e giornalista Francesco Giordano, il quale ha anche ricordato la frequentazione con padre Corsaro negli anni Ottanta, epoca in cui il sacerdote poeta era la firma più prestigiosa del settimanale diocesano "Prospettive". Ideatore della importante rivista di letteratura "Incidenza" tra gli anni Cinquanta e Sessanta, la quale gli costò la sospensione dall’insegnamento in Seminario per aver osato tentare il dialogo tra riformismo e cattolicesimo avanzato (intento che la Storia ha poi svelato essere apprezzabile), Antonio Corsaro, come Giordano ha precisato, era coevo di La Pira, di Dossetti, di Fanfani, di Bargellini, di padre David M.Turoldo, quasi di Luzi, di tutti coloro cioè che scrissero la poesia della Letteratura e della politica dell’Italia nata dalle macerie del conflitto ad una appassionante aurora di ricostruzione, con entusiasmi e idee di cui anche oggi si ha ardente necessità. Illuminando pure l’attività sua di docente all’Istituto San Benedetto catinense, negli anni Sessanta, lo studioso focalizzando l’attenzione sulla raccolta "Antifone per una fanciulla santa", pubblicata da Antonio Corsaro nel 1955, ha letto e descritto alcune liriche del Maestro: "Nell’estate matura e gloriosa \ che arde sul mare; \ nella foglia dorata dell’autunno \ che se ne va \ frusciando di facile pazienza; \ nella candida stola della neve \ e nell’occhio della rondine; Ti vedo, mio dolce Signore; \ come uno spirito trasvolante \ che mi cerca. \ Vieni a cercarmi. Ti aspetto sempre. \ Vieni a cercarmi. \ -Io mi nascondo. Vieni a cercarmi", ove si echeggia il Cantico dei Cantici, ed altra di tenore sociale: "Carissimi parlando d’amore ci odiamo \ non viene che da Dio la carità \ in quest’aria di sotterfugi la maschera \ è perfetta il pesce abbocca all’amo \ differisce il tempo dall’eternità \ ogni cosa ha distrutto la filossera \ e il mondo ha detto \ godiamoci la vita a sazietà \ poiché il tempo non è l’eternità", aggiungendo altresì la visione che egli ebbe del rapporto fra teologia e poesia: "Il poeta è sempre un teologo e il teologo è sempre un poeta, in un sistema strutturale dell’azione simbolica del linguaggio… il poeta indovina la grazia nella realtà emozionale, il teologo vede la grazia nella realtà trascendentale", concludendo nel citare la prefazione al primo libro di liriche di Vera Ambra, "La voce delle donne" del 1991, laddove Antonio Corsaro, nello scorgere frammenti di Lettrismo nelle poesie di colei che anni dopo lo avrebbe celebrato, scriveva: "in Vera Ambra il termine Nulla, che comporterebbe una assenza di essere, si traduce in angoscia… non esiste alcun "pun" che possa dar loro una trasparenza assoluta", tentando infine di sciogliere l’aporìa del mistero del linguaggio di Corsaro, mercé la lettura dell’amatissimo Fènelon.
La manifestazione si concluse quindi coll’intervento di Vera Ambra in qualità di Presidente dell’Associazione Akkuaria, che con l’AICS di Orazio Fresta ha tecnicamente organizzato l’evento, e la premiazione dei vincitori del concorso, nonché la menzione speciale ad alcuni dei partecipanti.
La prima edizione del premio internazionale di Poesia Antonio Corsaro è stata assegnata alla poesia Sognando di Giuseppe Nasca. Si è classificata al secondo posto La luce della sera di Rosa Maria Di Salvatore ; al terzo posto Ritorno a casa di Carmela Tuccari ed ex equo al quarto posto Lampare di Ornella Gatti, Di me stessa la grazia di Gianna Campanella, Dopo la pioggia di Silvia Bellia
Il Premio della Giuria è stato conferito a: Andrea Righi, Alessandra Ferrari, Alessio Casari, Annamaria Locatelli, Domenico Giansiracusa , Filippo Pirro, Giuseppe Lucca , Mariella Mulas, Marco Tabellione , Suada Halilaj, La Giuria inoltre ha segnalato le opere di: Antonio Scarpone, Cristina Tabita, Carmelo Castorina, Emanuele Insinua, Giuseppe Lucca , Giusi Baglieri, Salvatore Messina, Silvana Calanna, Silvia Bellia, Peppino Ruggeri, Piero Sardo Viscuglia, Tiziana Monari
Il premio speciale per la sezione Scuola è stato assegnato a: Alessandro Lancerotto, Caterina Rapini, Chiara Corinne Amico, Chiara Di Sabatino, Daniele Vincenzo Bruno, Francesco Morgia
Giulia Bellia, Irene Shivji, Martina Giansante, Mattia Musa, Miriam De Michele, Sara Bassi, Sara Frascatelli, Valeria Amelli
Una bella iniziativa quindi ed estremamente importante nel rilanciare non solamente le attività dei poeti nuovi del XXI secolo, ma al fine di rendere il dovuto ricordo di un Letterato prestigioso e schivo quanto denso nella sua indagine dell’Uomo, quale fu Antonio Corsaro, a cui la città di Catania deve molto ed avrà ancora, auguriamo, luogo di concedere: qui pubblicamente auspichiamo un convegno specifico sulla sua opera, ma anche l’intitolazione di una strada od una piazza, al suo nome. Prospettando la seconda edizione del riuscito premio (questo evento lascia una pubblicazione antologica in cartaceo, a cura delle edizioni Akkuaria, presentata in loco), con le parole del poeta, "Il cuore dell’isolano è un rombo di mare. Sciaborda lentamente nel seno della luna. L’occhio dell’isolano è una vampa di sole…", laddove quella Luce riverberi sempre la sua eternità nella forma, in sostanza plasmata.

Bar.Sea.





(pubblicato su Sicilia Sera n° 336 del 6 febbraio 2011)



Nelle immagini, la copertina dell'Antologia poetica edita per il I° premio Corsaro, ed una foto inedita del giovane sacerdote-poeta, gentilmente fornitaci dal signor Castorina






Nota Biografica di Antonio Corsaro,

di Francesco Giordano*



Antonio Corsaro (Camporotondo Etneo, 5 novembre 1909 - Catania, 18 agosto 1995) è stato un sacerdote, poeta, saggista, scrittore teatrale italiano.
Sacerdote della Chiesa Cattolica dal 1933 dopo il Seminario a Catania, laureato in Lettere e Filosofia alla Cattolica di Milano, compagno di studi di Carlo Bo (un sodalizio amicale e letterario durato tutta la vita), torna a Catania per insegnare al Seminario. Contrario al militarismo fascista, rifiutò di partecipare alla guerra d'Etiopia come cappellano militare. Il suo primo libro di poesie, "Castello marino", ebbe la prefazione di Bo, che così scriveva: "Caro Corsaro, tu mi chiedi per il tuo primo libro di poesie una nota che lo accompagni davanti al lettore... il tuo libro non ha bisogno di argini, vive immediatamente per le condizioni e la sincerità della forma... La conquista della tua parola non sarà, dunque, una cosa facile, non avrà nessuna idea di successo ma significherà un lavoro intero dell’anima, la soluzione di tutta una vita d’attesa, di volontà, di fiducia..."
Nel 1948 uscì la raccolta poetica "Responsori", con cui vinse il "Premio Roma" (consegnato in Campidoglio nel 1949). Seguirono "Plurabella" (1950) e il "Il Figlio dell’Uomo" (1951) (nella prefazione, il poeta Carlo Betocchi parlò di «un incontro di spiritualità terrestre e d'infocata saggezza religiosa»). Scrisse anche "Balletti liturgici» "Aaron" (1953) e "L’ombra del primo giorno..., fino al settimo", cui seguirono il "Responsorio dell’Avvento" e il "Responsorio della Passione" (1954), la "Pietra di solitudine", nonché "Antifone per una fanciulla santa" (1955): questo forse il suo più bel volume di poesie, ove raggiunge vette eccelse, tra luce e tenebre. "Ti desidero e muoio nell'arcana vita \ avere e non avere uguale partita \ l'amore è indifferente \\ Cieco sguardo d'orgoglio che nulla riceve \ bisognoso non è chi al mio desco beve \ ma chi d'amore è tardo \\ D'amore non son tardo quando a Te mi chiami \ annullami Signore recidi i miei stami \ irrompe in me la luce".
Tra gli anni Cinquanta e i Sessanta fonda e dirige la rivista letteraria "Incidenza", che focalizza, nel momento storico del Concilio, incontri sulla scia della poesia e letteratura sperimentalista, tra riformisti cattolici e di sinistra. Ciò gli costa la sospensione dall'insegnamento in Seminario e la chiusura e riapertura della rivista, 'epurata' da elementi spiccatamente marxisti. Ad "Incidenza" collaborarono il giovane Sebastiano Vassalli, Jean Cardonnel, Sebastiano Addamo, ed anche Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound; dei catanesi, Salvatore Mirone che poi sarebbe divenuto direttore della Biblioteca Universitaria, e Maria Salmeri poi direttrice della Biblioteca Civica. Antonio Corsaro era anche stato il creatore del movimento artistico d'Avanguardia Arte Club.
Fonda con l'attore e regista Gianni Salvo il "Piccolo Teatro" di Catania, ove si rapprensentano alcuni suoi scritti teatrali; il teatro è oggi attivo sulla scia dello sperimentalismo e dell'avanguardia ideata da padre Corsaro. Continua ad insegnare (allo Spedalieri di Catania), e negli anni Sessanta diviene professore all'Istituto San Benedetto delle Suore dell'Adorazione Perpetua del SS.mo Sacramento (allora la scuola aveva il Liceo Classico). Completa la carriera accademica come assistente di Letteratura Francese allUniversità di Urbino (retta dall'amico Bo), poi titolare della cattedra di Letteratura Francese al Magistero di Palermo, sino al pensionamento nel 1982. Negli anni Settanta diveniva il teorico delle correnti artistiche e poetiche dette Verticalismo ed Universalismo. Scrittore prolifico, continua a scrivere in riviste nazionali, europee e locali; apprezzatissimo sin dagli anni Sessanta in Francia (ove ha collaborato al quotidiano "La Croix"), traduttore dell'intiera opera poetica di Mallarmé, di "Sour le soleil de Satan" di Bernanos, di Pegùy, è profondo studioso della filosofia di Pascal e, soprattutto, di Fénelon, nella cui parabola vitale forse intravvede la propria.
Collabora alla pubblicazione "Arte e Folklore di Sicilia" negli anni Settanta e, dagli anni Ottanta sino alla morte, al settimanale diocesano catanese "Prospettive", ove continua a costituire una guida intellettuale di prim'ordine per la sua cultura vastissima e di respiro europeo. "Prete senza parrocchia", o "prete rosso", come è stato definito, si autoisolò vincolandosi alla Sicilia, terra che moltissimo amava, forse limitando i suoi vasti orizzonti e non godendo perciò sino ad oggi di quella notorietà che poteva avere, come il coetaneo David M.Turoldo, ma che probabilmente non cercò mai intimamente, convinto com'era della propria concretezza. Inoltre, a differenza di altri uomini di cultura siciliani dell'epoca, non era organicamente aggiogato a nessun 'carro' politico. Leonardo Sciascia lo cita quasi ironicamente in un suo libro; ma Antonio Corsaro contemporaneamente scriveva la poesia inno alla Madonna catanese dell'Aiuto, Santuario diocesano mariano assai venerato.
Nel 1991 scrive la prefazione al libro di poesie "La voce delle donne" di Vera Ambra, ancor sconosciuta nel mondo delle Lettere. La esorta a continuare, intravvedendo nelle sue liriche frammenti di Lettrismo, corrente poetica da lui amata. Nel 1993 il suo ultimo libro "Quartine cloniche", presentato al "Piccolo Teatro" a Catania. Si spegne dimenticato ed ultrottantenne nella calda estate del 1995. Carlo Bo scrive nel trigesimo dalla scomparsa, un affettuoso suo ricordo nella terza pagina del Corriere della Sera.
Il 6 novembre 2010 nell'aula Magna dell'Orto Botanico di Catania, dipartimento di Botanica, per iniziativa di Vera Ambra fondatrice ed anima dell'Associazione culturale Akkuaria, si svolge la prima edizione del Premio internazionale di Poesia dedicato alla memoria ed all'opera di Antonio Corsaro. Dopo un lungo oblìo, finalmente la sua terra ricorda questo insigne intellettuale, sacerdote e poeta di rara sensibilità. La manifestazione affollata registra gli interventi dello studioso Francesco Giordano, che descrive la parabola letteraria delle opere di Corsaro, di Nino Amico operatore culturale che ne ricorda gli aspetti umani, di Gianni Salvo del Piccolo Teatro che lo commemora con commozione, e di Vera Ambra, a cui si deve la riscoperta dell'opera di un sacerdote originale, "prete sciolto", come scrisse in una sua autobiografia, ma tendente sempre, tra aneliti di tristezze e complessità, a quella Luce che è nell'infinito percorso. "Ma il Tuo soffio, mio dolce Signore, \ si porti soltanto la musica \ ch'era in me sepolta".


* Questa nota è un omaggio alla memoria di Padre Corsaro, che conoscemmo negli anni Ottanta, nell'auspicio che altri illuminati, laici e sacerdoti, seguano la sua Via di perfezione.

lunedì 31 gennaio 2011

Appuntamenti culturali in libreria a Catania con Akkuaria



A partire dal 26 gennaio 2011 tutti i mercoledì dalle ore 17 in poi presso la Libreria Trinacria di Piazza Giovanni Verga 6a si svolgono degli incontri culturali sul tema della poesia, narrativa, pittura e... tanto altro ancora
Gli incontri, patrocinati dall'AICS, Comitato Provinciale di Catania, Settore Cultura, sono tenuti da Vera Ambra.
Tra gli ospiti sono presenti attori, letterari, critici, pittori, cultori della lingua siciliana ecc.
Inoltre vengono trattati argomenti di attualità vari e in particolare sarà dato spazio agli Autori di Akkuaria e alla loro produzione letteraria.
 
 
 
 
Programma del Punto Akkuaria,
tutti i mercoledì ore 17.00 Libreria Trinacria Piazza Giovanni Verga 6a Catania


2 FEBBRAIO 2011
Incontro con il Poeta Pippo Nasca
I versi di Giacomo Leopardi tradotti in siciliano
A seguire libero recital con gli Autori presenti


9 FEBBRAIO 2011
Pomeriggio con il Duo Calì - D'Arrigo


16 FEBBRAIO 2011
Spazio aperto: libero recital con gli Autori presenti


23 FEBBRAIO 2011
Incontro con il Poeta Carlo Trovato
A seguire libero recital con gli Autori presenti


2 MARZO 2011
Incontro con il Poeta Gaetano Petralia
A seguire libero recital con gli Autori presenti


9 MARZO 2011
Incontro con il Poeta Giovanni Scilio
A seguire libero recital con gli Autori presenti


16 MARZO 2011
Incontro con la Poetessa Antonella Cardella
A seguire libero recital con gli Autori presenti


30 MARZO 2011
Per i 190 anni dalla sua scomparsa
"Omaggio a Domenico Tempio" a cura di Francesco Giordano
A seguire libero recital con gli Autori presenti

venerdì 21 gennaio 2011

La poesia la Libraria di Domenico Tempio, letta da Francesco Giordano

Ci permettiamo di proporre una video lettura della poesia La Libraria, del grandissimo poeta in lingua siciliana, ed italica, Domenico Tempio, detto Micio (Catania 1750-1821), tratta dal volume pubblicato nel 1926 a cura di R.Corso, più volte ristampato. Colui che con Giovanni Meli fu il massimo poeta della Sicilia fra il XVIII e XIX secolo, merita a nostro parere maggiore diffusione e conoscenza, oltre i versi licenziosi che lo resero noto: la voce dell'autore de "La Caristìa", facente parte del circolo illuminato del Maestro Ignazio Paternò di Biscari, ancor risuona nel cuore della immortale Catania, nonché nelle contrade dell'Isola libera e gloriosa.
Fu recitata in pubblico il 17 gennaio c.a., nei locali della libreria Trinacria di piazza G.Verga a Catania, nell'ambito della Giornata nazionale del Dialetto, fortemente voluta da Vera Ambra.
Il sottofondo musicale è una contraddanza della tradizione sicula, il ritratto del poeta è coevo; voce recitante di Francesco Giordano.

venerdì 14 gennaio 2011

Nasce a Catania l'Associazione 25 novembre contro la violenza alle donne



Nasce a Catania l’Associazione 25 Novembre Giornata Mondiale contro la Violenza alle donne con lo scopo è di farsi portatrice dell'uguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne.
L'Associazione è aperta a persone, Associazioni. Gruppi, Comitati e quant'altre organizzazioni che perseguono finalità similari e comunque compatibili con il presente statuto e che non perseguono fini di lucro.L’Associazione intende promuovere il proprio impegno sociale e culturale attraverso tutte quelle linee guida ed eventuali progetti presenti e futuri (nazionali e internazionali), dettati dai Rappresentanti dei Governi degli Stati Membri dell’Unione Europea, dall’UNESCO, dall’ONU, dalle Associazioni Governative e non Governative, dai Collegi Scientifici, dai Movimenti e Comitati Pubblici e dei Cittadini, dai Volontari e da tutte quelle organizzazioni e/o rappresentanze, seppur non elencate, che si sono dedicate alla realizzazione delle linee guida ed agli eventuali progetti.l’Associazione è apartitica, apolitica, non persegue fini di lucro ed è fondata su principi di libertà, democrazia, uguaglianza e solidarietà. Essa si prefigge lo scopo di promuovere la prevenzione della violenza contro le donne e i bambini e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei confronti dei più deboli e quant'altro rientri nell'ottica di genere nelle politiche di cooperazione allo sviluppo; sulla Disabilità, sulla Democratic Ownership, sulla Comunicazione, sulla Valutazione e sui diritti dei Minori".


PROGRAMMA ANNUALE DELLE ATTIVITÀ 2011
Gennaio
Realizzazione della Collana d'informazione per la prevenzione degli abusi e della violenza"
"IO SONO… IO ESISTO…
Volumi in preparazione: Abusi sui minoriViolenza alle donne e di genere
Realizzazione della "Biblioteca delle Autrici contemporanee" che sarà ospitata presso la sede del Comitato Provinciale di Catania Via Traversa Corso Messina 23 - 95014 Giarre (Catania) tel. 095 7795285
I Salotti dell’Arte. A breve saranno attivati presso centri culturali e biblioteche di Catania e provincia una serie di appuntamenti settimanali dove si svolgeranno incontri vari.

Febbraio. 11-13 febbraio Roma durante la manifestazione "Viaggio tra le vie dell’arte" rassegna artistica dedicata al canto, musica, letteratura, fotografia e pittura sarà presentata pubblicamente l'Associazione 25 Novembre Giornata Mondiale contro La Violenza alle Donne.


Giovani & Legalità. È un progetto che principalmente vedrà protagonisti i giovani. I programma toccheranno i temi della prevenzione e della salute. Sono previsti una serie di incontri con medici, magistrati e Operatori Socio-Culturali.Marzo "La differenza di genere e la mascolinità" A Catania e provincia si darà il via ad una Campagna di sensibilizzazione e di educazione per l’eliminazione delle differenze e le violenze sul genere. Il percorso presuppone quello di far mettere l’attenzione sulle irrazionali regole imposte dalla società (dalla nascita in poi), che determinano le differenze di genere, nonché l’emarginazione, la discriminazione e la violenza in tutti gli strati culturali. Porta pure alla luce le varie dinamiche della famiglia e della società odierna.


Giugno. "La violenza generata dalle differenze di genere"Campagna di sensibilizzazione e di educazione per l’eliminazione delle differenze e le violenze sul genere. Il percorso prevede la visitazione del condizionamento degli individui di qualunque sesso, nelle varie forme di violenza esistenti nella nostra società. Saranno perciò riportate e spiegate tutte le forme di violenza (bullismo; mobbing; nonnismo; violenza e abusi sul genere maschile; violenza e abusi sul genere femminile; (per entrambi i generi violenza: psicologica, economica, fisica, sessuale).


Novembre
DIBATTITI - CONFERENZE E CONVEGNI SUL TEMA: 25 novembre Giornata mondiale contro la violenza alle donne
 

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione
25 Novembre Giornata Mondiale contro la Violenza alle donne
è così composto:

Presidente Sara Aguiari
Vice Presidente Antonia Belvedere
Segretario Vera Ambra
Consiglieri
Mariella Sudano
Gabriella Rossitto
Angela Agnello
Carla Russello
Graziana Scalisi
Giorgio Russello
Francesco Giordano
Roman Clarke
Angelica Lazzarin

Sito: www.venticinquenovembre.it