lunedì 25 marzo 2013
Celebrata la Giornata Mondiale della Poesia 2013 a Catania
Celebrata la Giornata Mondiale della Poesia 2013 a Catania
Anche a Catania, città sicula d'Orìente, in occasione della Primavera, si è celebrata come in molte altre parti del mondo, la Giornata Mondiale della poesia. E alcuni amici e amatori del verso si sono riuniti, in luoghi di sapore antico o nuovo, e hanno fatto echeggiare la Voce, la voce dei poeti. "La Poesia è Poesia se ha con sè un segreto", ha detto qualche decennio fa Ungaretti. Ed è un segreto incomunicabile, anche agli stessi poeti, anche tra i poeti. Figurarsi fra amici o conoscenti.
Con Vera Ambra, anima dell'Associazione letteraria e casa editrice Akkuaria, diversi scrittori, artisti e appassionati si sono ritrovati, all'occàso del 21 marzo 2013, nei locali de "La Contessa", a palazzo Manganelli, a casa dei Borghese: una delle dimore catinensi dove è un giardino pensile (l'altra, e finis, è palazzo Asmundo, vicino il monastero delle Benedettine), per parlare, meglio, per udire il verso. Non per molto tempo, ma fu il necessario.
E se Gabriella Rossitto ha letto sue liriche, intense e brevi per sentimento ed emozione (presto uscirà un nuovo volume di suoi versi), così Mariella Sudano, la quale ha voluto leggere poesie della polacca Simborska e una poesia di Vera Ambra, per riconoscenza verso la comune amica; si lessero pure versi in lingua siciliana di Ignazio Buttitta in ricordo di Rosa Balistreri; Carlo Barbera, attore e narratore, si esibì in alcuni divertenti "cunti" della tradizione popolare siciliana.
Francesco Giordano vòlle ricordare Giovanni Pascoli e quanto la primavera ed i bimbi siano dei fiori, o sia doni: lèsse "Il gelsomino notturno", una delle più intense liriche di tutta la letteratura d'Italia: poesia del 1901, ma davvero eterna nel suo contenuto. Vera Ambra vòlle poi ch'egli recitasse il settecentesco Domenico Tempio (http://www.akkuaria.org/francescogiordano/index.htm), di cui s'udì "La Libirtà".
Così trascorre il tempo della Poesia, nella Parola e nella Voce. Finchè esse vivono, l'eterno è realtà.
Il gelsomino notturno
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento...
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Giovanni Pascoli, da "Canti di Castelvecchio"
venerdì 8 marzo 2013
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