“L’AMORE PORTA E SOPPORTA”, INTENSA CONFERENZA DI FERDINANDO TESTA SUL MITO ALL’ARCHEOCLUB DI CATANIA
Si è svolta nel pomeriggio del 29 novembre -nell’auditorium della scuola Pizzigoni di Catania- la conferenza “Il mito, dalle immagini alle parole”, tenuta dal noto psicologo e analista junghiano dottor Ferdinando Testa
Per il ciclo di incontri organizzati dall’Archeoclub Catania, sapientemente diretto dalla professoressa Giusi Liuzzo, si è svolta nel pomeriggio del 29 novembre -nell’auditorium della scuola Pizzigoni di Catania- la conferenza “Il mito, dalle immagini alle parole”, tenuta dal noto psicologo e analista junghiano dottor Ferdinando Testa, scrittore e docente universitario nonché insegnante di discipline del sogno presso il CIPA. Il folto uditorio dei convenuti ha potuto, dopo le comunicazioni della presidente dell’Archeoclub e con l’aiuto delle slide , in un clima di luce soffusa e di attenta partecipazione, seguire così il dipanarsi dell’immenso tema del mito, che l’oratore ha voluto analizzare in base alla cultura occidentale precristiana, in particolare nel mondo greco-romano, ellenistico ed egizio.
Se infatti egli si è soffermato sulla frase di Carl Gustav Jung, “L’amore porta e sopporta” (ovvero quando il sentimento è davvero forte ha la capacita di resistere ad ogni scossa e non ribaltarsi), gli è che non pare automatica la definizione di Dio, questa entità onnicomprensicva e vista in modi differenti dalle culture, come Amore: il dio è anche sofferenza, come suggerisce la scultura di Eros tra due serpenti, che si trova nel mantovano palazzo Te, poiché chiunque abbia sofferto i dolori dell’amore, le separazioni, ciò che codesto sentimento comporta, sa che esso è ben più del piacere, fonte di arcano veleno, che il serpente suggerisce. E però anche nel recarsi negli Asclepèi, come il dottor Testa ha rammentato facevano gli antichi quando dovevano guarire dai mali dell’anima, perché essere senza amore è la morte dell’anima, prefigurava una guarigione: distesi in modo inclinato, i “malati” dovevano sognare dei simboli, dopo erano purificati. Affrontare cioè delle prove quasi iniziatiche per riappropriarsi di quello che si era perduto.
Molto il relatore ha potuto spiegare attraverso l’analisi simbolica della leggenda di Eros e Psiche, come è narrata nelle Metamorfosi di Apuleio (scrittore che conosceva i misteri): Psiche ha degli amplessi con Eros ma non può vederlo e nel momento in cui vuole disvelarne l’identità, questi fugge: dònde, la fine dell’Amore, l’abbandono. E dall’abbandono Psiche soggiace alle prove della morte ed affronta mille sofferenze prima di ritrovare la Luce, perché ogni cammino del mito, ha chiosato Ferdinando Testa, è dalle tenebre alla Luce. Ma se è vero che la donna ha più forza interiore dell’uomo perché è massimamente pervasa dall’animus della Natura, “ed è anche dell’uomo più cattiva” quando vuole, ha precisato Testa, per tali ragioni, ella vive la divisione come ricerca, così l’uomo.
A questo proposito, fu sommariamente ricordato il mito egizio dello smembramento del corpo di Osiride da parte del fratello malvagio Seth: solo Iside, sorella sposa amante, potè ritrovare i pezzi del corpo, dilaniato per causa di invidia, e ricostruirlo: ma unicamente la virtù dell’amore questo permise, laddove non vi è contrapposizione fra spirito e materia, anzi unità. La mitologia dell’Amore è dunque la forza più grande e perenne della vita, e su questa via il relatore ha inteso avviare gli ascoltatori, in un rutilante affastellarsi di immagini spiegate con le parole necessarie, “perché davanti al mistero bisogna fermarsi”, ha egli detto, e l’Amore è il mistero più grande, per cui a volte bisogna pure allontanarsi, vivere dentro questa dilacerazione, per scoprire quanto esso sia grande ed avere nuove opportunità di crescita e di perfezionamento.
La serata venne infine allietata dal recitativo del dottor Riccardo Carrabino, che interpretò elegantemente la visione dell’Eneide vergiliana nella piece “il sogno di Enea”; tra il pubblico presente, la nota attrice Gigliola Reyna, che a breve presenterà un suo libro in quel sodalizio.
Nessun commento:
Posta un commento